Quando il coraggio c'è, si vede e viene premiato. Come è accaduto a Maria Tuzi, figlia del brigadiere che per primo indicò la presenza di Serena in caserma e figura chiave dell'intera inchiesta Mollicone, del successivo processo e - dalle ultime indiscrezioni - anche dei motivi d'appello depositati lo scorso 23 marzo. Proprio alla figlia del brigadiere, sempre in prima linea per difendere l'importanza delle scelte del padre, l'associazione onlus "Il Coraggio" ha tributato un premio internazionale consegnato a Milano a uomini e donne coraggiosi, impegnati nel combattere ogni forma di violenza e di ingiustizia. Persone di altissimo valore e prestigio per i loro meriti nel campo delle battaglie per i diritti umani, la giustizia e la conoscenza come Maria Tuzi, Claudio Falleti - l'avvocato del fidanzato di Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa in provincia di Reggio Emilia per essersi rifiutata di sposare un connazionale - o Umberto Baccolo, giornalista, autore, regista e a capo della comunicazione di "Nessuno tocchi Caino".
Ancora Piera Maggio, Pietro Pulizzi e il loro avvocato Giacomo Frazzitta per la battaglia nella ricerca della verità su Denise Pipitone; o Otello Lupacchini, ex procuratore generale di Catanzaro, finito davanti alla commissione disciplinare del Csm dopo alcune rivelazioni choc. Solo per fare alcuni nomi.
A Maria il premio internazionale "Donne di Mamasika" dell'associazione "Il Coraggio" è stato assegnato «Per combattere quotidianamente per cercare Giustizia alla figura di suo padre»: un tributo altissimo. E apprezzatissimo.
«Un bellissimo evento - afferma Maria Tuzi, di ritorno dalla premiazione - Una cerimonia importante, con tante storie di vero coraggio. Le ho ascoltate tutte con emozione. Perché conoscere direttamente i protagonisti di queste storie straordinarie, di vittime di casi di ingiustizia che non si sono arrese, dà una carica straordinaria. C'era la storia di un ragazzo il cui padre ha ucciso la madre e che per molti anni aveva rimosso la violenza: solo con l'aiuto di uno psicologo ha superato tutto, raccontando la strada affrontata verso la verità. C'era la storia di un bambino strappato all'affetto della mamma e del percorso fatto da persone straordinarie per aiutarlo a riabbracciarla o quella dell'avvocato di Saman Abbas, insignito del premio per il suo impegno. Io - ha precisato Maria - ho accettato con orgoglio il premio che non era proprio per me: era per mio padre.
Il vero coraggioso è stato lui con le dichiarazioni che ha fatto. E questo dimostra, poi, che anche se qualcuno ha tentato di "squalificarlo" c'è tutta una parte di società civile che gli rende merito».
Maria non si è mai arresa, neppure durante i momenti più duri da affrontare.
E anche adesso, allo start di una nuova fase del processo Mollicone - che ricordiamo si è concluso in primo grado con un'assoluzione per i cinque imputati: la famiglia Mottola, Quatrale e Suprano - è pronta ad abbracciare «il nuovo percorso verso la verità» come Maria stessa aveva definito questo stato "primordiale" della seconda fase del processo. Per la quale tutte le parti si stanno ripreparando.
«Il mio ringraziamento? È andato certamente all'associazione "Il Coraggio" per la splendida opportunità. E ovviamente alla mia famiglia, soprattutto ai miei bambini che continuano a chiedermi del nonno e che sono stati davvero orgogliosi di questo premio. I loro sguardi, prima di partire, mi hanno fatto capire l'importanza di quanto fatto fino a questo punto. Un premio che dedico a mio padre» ha aggiunto. E adesso Maria si prepara a ricevere in Senato un altro premio di assoluto valore: il "Premio alle eccellenze" . «Ancora non c'è la data, ma sicuramente sarà entro giugno. Come diceva Guglielmo, che avrò l'onore di rappresentare ritirando anche il premio a suo nome, c'è una Italia bella che va avanti e che porta avanti le cose buone. Devo ringraziare lui, perché mi ha dato la forza di andare avanti, lui mi ha insegnato come non buttarmi giù e non tirarmi indietro. Ogni volta che c'era un intoppo, lo chiamavo e mi spronava a non fermarmi. Un maestro fuori e dentro dalle aule. Suo il migliore degli insegnamenti: un esempio unico sia in vita, sia ora che non c'è più. Innegabile il valore della sua eredità morale, una solida base per non mollare» ha concluso.