C'era attesa sui dati sugli spostamenti di Mattia Toson la sera in cui venne ucciso Thomas Bricca. Ma i carabinieri del Racis hanno concluso che, in un orario compatibile con il delitto, il cellulare di uno dei due indagati per l'omicidio del diciannovenne (l'altro è il padre Roberto) era spento. Impossibile dunque controllare i movimenti di Mattia in quel lasso di tempo e confrontarli con l'alibi fornito agli investigatori quando è stato sentito, per oltre sei ore, dal procuratore Antonio Guerriero il 27 febbraio.
L'obiettivo dell'esame dei dati del telefonino era quello di metterli a confronto con l'alibi fornito dal ragazzo, che avrebbe dichiarato di non aver mai spento l'iPhone, e con le altre dichiarazioni raccolte dai carabinieri.

Ora il non aver trovato i dati del Gps potrebbe portare a rivalutare l'alibi di Mattia. Ora si attendono i risultati sull'altro telefonino in sequestro, quello di Niccolò Toson, che però non risulta iscritto nel registro degli indagati.
Tuttavia, la difesa ha già preannunciato ricorso al riesame contro i sequestri. Il primo si discuterà venerdì.