Presentato ufficialmente il ricorso al Tribunale del Riesame di Roma da parte dei difensori di Giuseppe Molinaro, il cinquantacinquenne di Teano che il 7 marzo scorso ha ucciso con quattro colpi di pistola il direttore dell'albergo "Nuova Suio" Giovanni Fidaleo di San Giorgio a Liri, e ferito Miriam Mignano, la trentenne di Castelforte, che da tre giorni è stata dimessa dal policlinico Gemelli.
Gli avvocati Paolo Maria Di Napoli e Giampiero Guarriello hanno depositato il ricorso nella serata di venerdì e ora i giudici capitolini dovranno stabilire la data dell'udienza.

Il ricorso è più articolato rispetto a quello presentato al Riesame di Napoli, che – come è noto – si è dichiarato incompetente, dopo che gli atti dell'inchiesta sono stati acquisiti dal Tribunale di Cassino. La richiesta del pool difensivo di Molinaro è quella di far ottenere gli arresti domiciliari, con l'eventuale possibilità di disporre l'utilizzo del braccialetto elettronico. Nel corso della discussione al Riesame sarà annunciata anche la presentazione di una consulenza psichiatrica, tra l'altro già affidata a un professionista scelto dalla famiglia di Molinaro. Una consulenza che comunque comporterà dei tempi non proprio brevi e tali da non poter essere pronta entro la data dell'udienza al Riesame.

Chiaro l'intento della difesa di verificare lo stato psicologico del loro assistito, ma c'è anche dell'altro nel ricorso. Infatti gli avvocati Di Napoli e Guarriello eccepiranno sul fatto che dopo l'acquisizione degli atti da parte del Tribunale di Cassino non è stato disposto l'interrogatorio di garanzia, invece condotto dai giudici di Santa Maria Capua Vetere. Su questo punto ci sono interpretazioni diverse e per l'autorità giudiziaria cassinate fa fede l'interrogatorio di garanzia di Santa Maria Capua Vetere, acquisito agli atti.

Un'altra motivazione sulla quale puntano i legali dell'omicida è il fatto che per il pm c'era il pericolo di fuga, mentre per il gip c'era la possibilità della reiterazione del reato da parte di Molinaro. E proprio nell'ordinanza, il gip cassinate Alessandra Casinelli sottolinea che «si ritiene che sussista il concreto e attuale pericolo di reiterazione di altri gravi delitti con uso di armi e di altri mezzi di violenza personale, o comunque, di delitti della stessa specie di quelli per i quali si procede».

Per il magistrato le modalità dei fatti hanno evidenziato l'assoluta incapacità di Molinaro di neutralizzare i suoi istinti aggressivi «unitamente a un'allarmante spregiudicatezza, chiaramente evincibile dalla decisione – sicuramente lucida (lo stesso indagato ha dichiarato di aver riflettuto se uccidere anche la giovane) e peraltro presa dopo aver sparato più e più volte all'indirizzo della povera vittima Fidaleo – di colpire anche Miriam Mignano, che si trovava indifesa e disarmata accanto a lui, con due proiettili indirizzati verso organi vitali».