«Il 18 marzo 2020 rimane nella memoria come uno dei momenti più drammatici della storia della Repubblica». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo in occasione della giornata dedicata alle vittime della pandemia. Una ricorrenza celebrata in tutta Italia e anche nella provincia di Frosinone. Tuttavia, se da una parte si onorano le vittime del Covid, dall'altra è calato un velo per cui, dal 16 febbraio, ovvero dal post elezioni regionali e con il cambio di amministrazione, da Zingaretti a Rocca, la Regione Lazio non comunica più i bollettini quotidiani. Il risultato è che nessuno si è preso più la briga di conteggiare (o comunque di comunicarli ufficialmente) né i contagiati né i decessi per Covid-19 della Ciociaria.

Decessi che, da inizio pandemia al 16 febbraio, sono stati 958. Da lì in poi è buio totale, come se bastasse eliminare il bollettino Covid per cancellare con un tratto di penna l'emergenza pandemica. Non a caso lo stesso capo dello Stato, nel suo messaggio, ha aggiunto che: «in questa giornata rinnovo sentimenti di partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e nello stesso tempo esprimo riconoscenza a quanti hanno contribuito a contenere un pericolo così grave, improvviso e pervasivo, tale da mettere a repentaglio la salute pubblica globale. L'impegno profuso nello scongiurare le conseguenze della pandemia - non ancora pienamente debellata - costituisce un patrimonio di valori fondamentali da preservare per esser in condizione di far fronte a ogni sfida di portata internazionale».

Nelle ultime settimane monitorate, in Ciociaria si andava da un minimo di 1 a un massimo di 3 decessi, con l'eccezione del periodo 9-15 gennaio che ha registrato ben sei casi. A livello mensile, la prima parte di febbraio ha avuto 6 decessi, gennaio 14, poi, andando più a ritroso nel tempo, dicembre 2022 ne conta 10, novembre 9, ottobre 8, 7 settembre. Il mese più drammatico del 2022 è stato gennaio con 44 morti, seguito da marzo e aprile dello stesso anno con 39 decessi ciascuno. Ma decisamente peggio è quanto capitato ad aprile 2021 con 103 vittime o a novembre 2020 con 100.

Nell'aggiornamento settimanale dei casi Covid in Italia su base regionale, fornito dal ministero della Salute, nella settimana 10-16 marzo nel Lazio le vittime sono state 22, mentre nella settimana precedente 20, dal 24 febbraio al 2 marzo, invece, erano state 16. Anche la Regione Lazio, comunque, ha voluto ricordare le vittime del Covid. Lo ha fatto il neo presidente Francesco Rocca che ha dichiarato: «La data del 18 marzo 2020 rimarrà indelebile nella memoria degli italiani e del mondo intero. L'immagine dei mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime stroncate da un virus allora ancora sconosciuto, racchiuderà per sempre il dramma della pandemia da Covid-19. Lo smarrimento e l'incertezza iniziali hanno lasciato in breve tempo spazio a una reazione tenace e orgogliosa, fatta di scelte collettive e comportamenti individuali. So bene, avendo guidato e vissuto in prima persona lo sforzo della più grande associazione umanitaria a livello globale. Mai come in quella occasione abbiamo compreso la fondamentale importanza dell'articolo 32 della nostra Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Ricercatori, scienziati, medici, personale sanitario, pubblici amministratori, militari, forze dell'ordine e volontari, hanno costituito il caposaldo della Nazione, gettando letteralmente il cuore oltre l'ostacolo. A tutti loro va la nostra gratitudine ieri, oggi e sempre». Secondo Rocca «non dobbiamo disperdere questo patrimonio fatto di umanità e spirito di sacrificio, ma, anzi, rafforzarlo per il futuro che verrà. Rivolgo a tutti i familiari delle vittime, a nome dell'istituzione che presiedo, le più sincere e sentite condoglianze».