Avevano messo a segno una serie di truffe on-line con un sistema piuttosto semplice ma efficace. Si facevano versare l'anticipo dell'oggetto in vendita su una Postepay: trascorso qualche giorno dicevano all'acquirente di non avere ricevuto nulla, quindi sparivano senza lasciare traccia, ovviamente dopo avere trattenuto il denaro. Per qualche anno una famiglia di Ceccano formata da padre, madre e figlio ha arrotondato il bilancio raggirando gli ingenui che, in buona fede, rispondevano ai loro annunci.

Famiglia "aiutata" da altre tre persone di Frosinone, che fornivano le Postepay sulle quali veniva versato il denaro dagli ignari compratori. Gli oggetti venduti su Internet dalla famiglia ceccanese, in cui la parte del "cervello" la ricopriva proprio il figlio, erano in prevalenza smartphone, videogiochi, Play station, ma anche capi di abbigliamento. Gli acconti chiesti agli acquirenti andavano dai cento ai trecento euro, a seconda del prodotto. Somme non troppo elevate, alla portata di una clientela piuttosto vasta.

Quindi, un'organizzazione ben rodata, che ha funzionato fino a quando non sono iniziate a partire le prime denunce. Con il tempo, gli esposti alle forze di polizia presentate dai truffati in tutta Italia sono cresciuti, facendo scattare le indagini di carabinieri e Polizia postale, attraverso le quali si è arrivati alla scoperta del giro truffaldino. Ieri, davanti al giudice del Tribunale di Frosinone, si è tenuta l'udienza preliminare a carico dei tre congiunti e dei loro complici. Figlio, madre e padre sono accusati di associazione finalizzata alla truffa, di truffa e in alcuni casi del reato di sostituzione di persona. I tre possessori delle Postepay dovranno rispondere invece di ricettazione.

Tutti sono stati rinviati a giudizio il prossimo luglio, quando è prevista la prima udienza del processo. La "mente" dell'organizzazione, ovvero il figlio, è difeso dal suo legale di fiducia, l'avvocato Filippo Misserville. Insieme ai suoi familiari è anche assistito dall'avvocato Mauro Roma. Gli altri accusati sono difesi dagli avvocati Stefania D'Agostini, Emanuele Incitti, Rosario e Mario Grieco.

Si chiude così una vicenda cominciata nel periodo pre-Covid, che ripropone il problema delle truffe on-line. Nonostante le campagne informative sui pericoli del web, troppi finiscono ancora nella rete dei truffatori, magari nell'illusione di risparmiare qualche decina di euro rispetto al prodotto venduto dal negozio. Per evitare certi raggiri basterebbe più attenzione bei confronti dei venditori e non farsi distrarre dalle cosiddette occasioni.