Scoperta una grossa conduttura che scarica direttamente nel fiume Sacco quantità enormi di sostanze non identificate, una poltiglia putrida mista a liquidi maleodoranti che fa temere si tratti di sostanze nocive per l'ambiente e la salute umana.
I residenti della zona riferiscono che nei giorni scorsi carabinieri forestali e tecnici dell'Arpa avrebbero fatto accesso allo sbocco dell'enorme condotta realizzata negli anni Sessanta dalla Videocolor. Durante gli scavi per i lavori della linea Tav, negli anni 1996-97, vennero intercettate strane tubazioni, ma non furono intraprese ulteriori indagini forse per evitare il blocco del conferimento dei liquami.

Nella condotta proveniente dalla Videocolor, infatti, venivano (e vengono tuttora) introdotti rifiuti liquidi di ogni genere, immessi senza autorizzazione né della ormai ex Vdc né delle autorità competenti. Un modo scandaloso ma sicuramente economico per disfarsi di acidi ed altri scarti di produzione senza il preventivo trattamento e le verifiche del caso.
Sarebbero due le condutture sotto osservazione: una posizionata al di sotto della via Morolense, che periodicamente conferma la propria esistenza lasciando sgorgare liquami sulla strada molto trafficata. La seconda, quella appena scoperta, riguarda un'enorme tubazione, dell'altezza di circa due metri. Lo sbocco nel Sacco, a pochi metri dalla strada ferrata, mostra un mostruoso ininterrotto "serpente giallognolo" che sgorga dalla parte superiore della tubazione, intasata per oltre due terzi. Se non si mette fine al transito delle sostanze, i residui completeranno a breve l'intasamento con esiti imprevedibili e potenzialmente disastrosi.

Negli anni 2017-18, grazie all'intervento di carabinieri della compagnia e della stazione di Anagni insieme ai loro colleghi forestali della città dei papi, fu possibile realizzare una video ispezione grazie alla quale si ricostruì abbastanza fedelmente lo stato dei fatti. In questi giorni, grazie alla perseveranza dei militari dell'Arma e dei tecnici dell'Arpa, la sconcertante scoperta. C'è voluto tempo perché mentre la condotta sulla Morolense mostra ogni tanto la propria esistenza, quella che sversa direttamente nel fiume è nascosta alla vista e raggiungibile attraverso un percorso insidioso e pericoloso. Lo abbiamo seguito per poter documentare con le foto uno spettacolo degno dei Paesi più disastrati del terzo mondo.