Saranno effettuate martedì 21 le verifiche dei carabinieri del Ris sullo smartphone di Mattia Toson, indagato per concorso in omicidio in merito alla morte di Thomas Bricca, avvenuta a seguito della sparatoria del 30 gennaio in via Liberio.
Il sequestro del telefonino è stato disposto al fine di acquisire una copia integrale (la cosiddetta copia forense, ndc) della messaggistica, ovvero sia di tutti quei dati trasmessi telematicamente (chat, e-mail, sms, fotografie) che potrebbero avere rilevanza nell'inchiesta in corso. Si cercano infatti quegli elementi in grado di confermare la validità dell'alibi fornito dall'indagato o, in caso contrario, smentire o modificare la versione dei fatti data dallo stesso. L'accertamento tecnico irripetibile avverrà anche alla presenza di un consulente indicato dai legali di Mattia Toson, gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia.

Gli inquirenti sono a caccia di ogni indizio o fattore che faccia piena chiarezza su alcuni passaggi controversi emersi, a detta degli investigatori, durante l'interrogatorio di Toson, datato 27 febbraio. Il giovane venne inizialmente ascoltato due giorni dopo l'omicidio nella caserma di Alatri e, successivamente, in Procura: in questa seconda occasione, riferì che, la sera del 30 gennaio, si trovava ad una festa di compleanno in un ristorante.

Qui c'è il momento-chiave: a che ora Mattia Toson sarebbe giunto a quella festa? Prima che si consumasse la drammatica sparatoria oppure più tardi, tra i 30 e i 40 minuti dopo? L'esame della memoria dello smartphone, sia dei dati ancora contenuti nell'apparecchio che di quelli cancellati ma di cui si conserva traccia, dovrebbe raccontare quale cella telefonica sia stata agganciata dal cellulare negli istanti in cui Thomas veniva ferito mortalmente, oltre ad eventuali conversazioni (e di che natura) intercorse nel lasso di tempo in esame. In sostanza: il "buco" temporale è reale oppure no?

Va da sé che siamo in presenza di uno dei momenti più importanti dell'inchiesta che, come ha detto il procuratore Antonio Guerriero, «È in una fase avanzata». Non sfugge a nessuno che ogni risposta proveniente dall'ispezione dello smartphone indirizzerà le indagini. Per cui, la conclusione è sempre la stessa: si è in attesa di sviluppi.