«Alla luce di quanto anzidetto quindi si invitano codeste Province a voler immediatamente interloquire con i Comuni di propria competenza, illustrando la situazione critica meglio descritta sopra ed informandoli che a breve si dovrà affrontare un forte aumento dei costi di gestione per garantire la chiusura del ciclo rifiuti, che inevitabilmente impatterà sui propri cittadini con il conseguente aumento delle tariffe Tari». La Regione Lazio lo aveva messo nero su bianco lo scorso ottobre, nella comunicazione inviata alle Province in vista dell'allora imminente chiusura della discarica di Viterbo. Sul tema dei rifiuti le stangate su cittadini, famiglie e imprese sono inevitabili e l'aggiornamento della tariffa che i Comuni dovranno pagare per conferire l'immondizia presso l'impianto Tmb della Saf a Colfelice non sarà l'unico provvedimento del genere. Perché è ormai chiaro a tutti (da tempo) che la mancanza di discariche, nel Lazio e in Ciociaria, pesa come un macigno sotto ogni punto di vista.
La situazione
La Direzione del ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, con una determinazione dello scorso 24 febbraio, ha comunicato che la tariffa che i Comuni della provincia di Frosinone dovranno pagare per conferire l'immondizia presso l'impianto Tmb della Società Ambiente Frosinone di Colfelice, passa da 138,68 a 161,47 euro a tonnellata: in sostanza un +16,43%. Inoltre l'aumento è retroattivo perché la tariffa di accesso verrà rivalutata con decorrenza 1° gennaio 2020, «al netto dell'ecotassa, del benefit ambientale e dell'Iva (se e in quanto dovuti)». La situazione però è in divenire e riguarda tutti gli impianti laziali, perché devono far fronte ai maggiori costi per lo smaltimento dell'immondizia. A cominciare dal trasporto. Da novembre 2022 i rifiuti prodotti in Ciociaria vengono smaltiti nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Tutto questo perché la provincia di Frosinone da ormai due anni non ha più una discarica di servizio nel territorio. Una situazione che per la verità riguarda ormai l'intera regione. I costi di gestione sono in rapido aumento e la spesa per lo smaltimento nei termovalorizzatori va oltre i 200 euro a tonnellate. Una cifra superiore a 161,47 euro. Bisogna tener presente che il recente aumento da 138,68 a 161,47 euro nasce dall'istanza di aggiornamento che la Saf aveva presentato il 22 dicembre 2021. E quindi in un periodo precedente a novembre 2022, quando cioè è iniziato lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Ciociaria nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Con spese di trasporto e smaltimento maggiori quindi. A fine 2021 la Saf chiedeva un aggiornamento della tariffa per via dei maggiori costi. La Regione Lazio ha dato incarico ad una società di revisione iscritta all'albo speciale della Consob, che ha effettuato lo studio, appurando la fondatezza della richiesta della Saf. In questi mesi i costi per lo smaltimento sono ulteriormente aumentati, ragione per la quale ci saranno ulteriori ritocchi al rialzo della tariffa di conferimento per i Comuni. Inevitabile l'effetto domino sulla Tari. L'aumento dei costi per lo smaltimento dei rifiuti riguarda tutto il Lazio e le società di gestione chiederanno sicuramente di rivedere (al rialzo) le tariffe. Anche in corso d'opera.
Alla radici dell'emergenza
Il 14 ottobre scorso la Saf, in una comunicazione a tutti i Comui soci, faceva presente ancora una volta che la perdurante mancanza di una discarica «si protrae da oltre un anno e mezzo, senza che, nel frattempo, le competenti Amministrazioni siano addivenute all'individuazione di una soluzione alternativa definitiva». Una situazione, rimarcava la Società Ambiente Frosinone, «che rischia di aggravarsi e deflagrare in ragione dell'imminente chiusura della discarica di Viterbo, unico sito, a far data dal 1° novembre 2022». Situazione che si è verificata. L'emergenza venne scongiurata (dalla Saf) con la decisione di smaltire i rifiuti della provincia di Frosinone nei termovalorizzatori del nord. Ma era evidente sin da allora che i costi sarebbero aumentati per tutti: per la società di gestione e per i Comuni. E di conseguenza per i cittadini. Nel frattempo non è stata trovata alcuna soluzione per l'individuazione di una discarica in Ciociaria. Stessa situazione in tutto il Lazio. Sempre ad ottobre la Regione scriveva alle Province: «È evidente che tale ulteriore elemento di criticità produrrà inevitabilmente un conseguente aumento dei costi dei conferimenti a causa della necessaria attuazione di flussi di conferimenti presso sbocchi extra-territorio di competenza d'ambito». Tutti conoscevano alla perfezione quelli che sarebbero stati gli scenari nel breve e medio periodo. L'11 novembre 2022 la Saf, in una comunicazione alla Regione e alla Provincia, evidenziava tra l'altro: «Contestualmente, si invitano le Amministrazioni in indirizzo a voler valutare ogni iniziativa perequativa in grado di garantire un sollievo economico rispetto al crescente aumento dei costi che - inevitabilmente - finiranno col gravare sulla tariffa di accesso al nostro impianto, sopportata dai Comuni della provincia di Frosinone». Iniziative perequative per coprire gli extracosti per lo smaltimento: la sostanza del problema è questa. In attesa che Regione e Provincia accelerino davvero per il passaggio chiave: l'individuazione di una discarica di servizio.