Continue esplosioni di rabbia, divenute prima aggressioni verbali. Poi pure fisiche. Così anche ieri mattina la situazione ai Servizi sociali di Cassino è diventata difficile: l'uomo, già noto per episodi simili - l'ultimo esattamente un giorno prima - ha dato in escandescenze. E dopo un'aggressione verbale ha strattonato un ragazzo del servizio civile. Poi ne ha preso a calci un altro. Una situazione che non è degenerata solo per l'arrivo delle forze dell'ordine, sia carabinieri che polizia, in momenti distinti. Con la decisione di sporgere denuncia a suo carico presso la caserma dei carabinieri di Cassino. Nel pomeriggio, poi, una nuova "incursione" ai Servizi sociali (ma senza violenza). E un mini-vertice - con il funzionario Matera, i vigili urbani e l'assessore Maccaro presenti - per trovare soluzioni operative.

L'uomo, un cinquantenne della città martire, pretenderebbe dal delicato settore il pagamento di circa 40.000 euro, somma derivante dalla vendita di una casa familiare. Denaro, però, vincolato e affidato a un amministratore di sostegno (strattonato e aggredito 24 ore prima dallo stesso soggetto). Stesse identiche richieste avanzate anche nel pomeriggio di ieri , mentre gli assistenti stavano cercando una sistemazione per la notte: da quanto appreso, infatti, la famiglia avrebbe garantito una stanza in hotel in attesa di ultimare questioni burocratiche per una abitazione. Un'ulteriore questione da affrontare. Risolta in serata (con una soluzione tampone) dagli assistenti sociali.

«Questo è il terzo giorno (il primo venerdì, poi lunedì e ieri, ndr) - spiega il funzionario Pasquale Matera - che un nostro utente, che chiede soldi in continuazione, torna ai Servizi sociali. Sempre con le stesse richieste, a cui non possiamo far fronte. E ieri dopo le minacce è passato ai fatti, prendendo a calci un giovane del servizio civile e strattonandone un secondo. Siamo preoccupati. Già nei mesi scorsi era stato protagonista di altre situazioni spiacevoli. E non è il solo. Senza considerare le aggressioni che riceviamo fuori dagli uffici. Chiediamo all'amministrazione e alle competenti autorità più controlli e più sicurezza».