Inesorabile forse. Certamente lenta. La giustizia italiana è così, tanto più dopo l'impervia traversata del periodo pandemico che ne ha ulteriormente dilatato i tempi. Accade così che a più di tre anni dalla richiesta di rinvio a giudizio e a quasi dieci dai fatti contestati, per l'imprenditore sorano Giorgio Rea, 44 anni, e per le altre cinque persone accusate in concorso con lui di gravi reati finanziari, si profila la decisiva udienza preliminare davanti a Gup del tribunale di Cassino, fissata per il 13 giugno prossimo.
La vicenda era venuta alla luce nell'inverno del 2019, dopo che la tenenza della guardia di finanza di Sora aveva chiuso le indagini a carico dell'imprenditore e del suo entourage. Con Rea, finirono sul registro degli indagati anche la sua compagna Patrizia Ferri, la madre di quest'ultima Anna Maria Serra, il cugino Enrico Giovannangeli, la sorella Silvia Rea e il fratello Carlo Rea, il suo uomo di fiducia Marco Petricca e la sorella di questo Valeria Petricca, infine l'imprenditore Gianluca Calicchia che curava la manutenzione nelle cliniche amministrate da Rea. Per tutti, accusati a vario titolo di aver contribuito a svuotare le casse del "Gruppo Sant'Alessandro srl" attivo in campo sanitario, l'imputazione per infedeltà patrimoniale (per il solo Giorgio Rea), concorso in trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla procura cassinate, Rea, in qualità di amministratore della "Sant'Alessandro srl" e con l'aiuto di parenti e collaboratori, dal 2013 al 2014 avrebbe distratto ingenti fondi dalla società per consentire a un'altra impresa, la "Magenta srl" che lui stesso amministrava, di acquisire una terza azienda, la "Euronefro srl". Inoltre vengono contestate diverse operazioni societarie e finanziarie spregiudicate oltre a una serie di reati fiscali.
Nel rapporto stilato al termine delle indagini, i finanzieri della tenenza sorana scrivono di Rea: "Attraverso una gestione finanziaria sconsiderata ed incauta, riesce a drenare liquidità dalle società dove ha una partecipazione minoritaria dirottando i fondi verso le società di servizi, società holding e subholding in cui ha una partecipazione maggioritaria, camuffando tali illeciti espedienti sotto la veste di strumenti formalmente legittimi, portando le società sull'orlo del baratro per i gravi debiti finanziari accumulati".
Con queste accuse, il 24 dicembre 2019 la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Dopo tre anni e mezzo, si terrà l'udienza dal gup per decidere se Giorgio Rea e i suoi sodali finiranno a processo.