Si terranno oggi l'interrogatorio e la convalida dell'arresto di Giuseppe Molinaro, l'appuntato dei carabinieri di 56 anni che l'altro giorno ha ucciso con la sua pistola d'ordinanza Giovanni Fidaleo, 66 anni di di San Giorgio a Liri, e ferito gravemente Miriam Mignano. Ma la novità principale delle ultime ore è costituita dall'intervento degli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, difensori di Giuseppe Molinaro, il quale ha deciso - insieme ai familiari - di diramare una nota in cui, tra l'altro, dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere chiede perdono ai familiari di Fidaleo e Mignano.
Le scuse e il pentimento
I legali hanno precisato che il loro assistito si è costituito prima presso lo studio della psicologa Onesta D'Angelo, che lo segue da tre anni e «alla quale - scrivono - ha chiesto aiuto, epilogo di un percorso avviato già anni addietro presso il servizio di psichiatria e psicologia militare dell'Arma di Roma». Gli avvocati hanno anche ribadito lo spirito collaborativo del militare che «nonostante le palesi difficoltà dovute all'evidente stato confusionale, ha ricostruito minuziosamente i fatti e si è assunto le responsabilità dell'accaduto, ripetendo incessantemente che non aveva alcuna intenzione di fare del male a nessuno, tanto è vero che si è avvicinato all'ingresso dell'hotel passeggiando in compagnia di Miriam Mignano per andare a parlare pacificamente con Giovanni Fidaleo». Per gli avvocati Molinaro non riusciva a spiegarsi come avesse potuto commettere un gesto così grave, tanto irrazionale e inconsulto. Ma i difensori sottolineano che l'uomo ha tentato anche il suicidio e ha chiesto di essere perdonato, attendendo di poter manifestare anche personalmente ai familiari delle vittime la propria sofferenza per quanto fatto. «I familiari di Molinaro, la moglie Giuseppina e i figli Christian e Immacolata - continua la nota degli avvocati - seppur distrutti nel profondo e sconvolti dall'accaduto (di certo non può essere ignorato che anch'essi sono vittime innocenti del gesto) intendono manifestare la massima solidarietà e vicinanza al dolore dei familiari di Giovanni Fidaleo e Miriam Mignano, per la quale pregano affinché si riprenda al più presto. Quanto accaduto - si legge ancora nella nota - ha disorientato tutte le persone che conoscono Giuseppe, carabiniere esemplare e uomo sempre pacifico e mai violento dal quale nessuno si sarebbe mai aspettato un gesto così estremo e drammatico nelle conseguenze, portando alla luce un rilevante disagio che, seppur mai giustificativo di un'azione del genere, purtroppo è in grado di rendere l'uomo vulnerabile e involontariamente distruttivo per gli altri e per se stesso».
I dettagli
In sostanza il militare era seguito da una psicologa, a conferma del fatto che dal 22 febbraio scorso era in licenza straordinaria per gravi motivi di salute. Una iniziativa che giunge in un momento in cui c'è ancora il corpo di Giovanni Fidaleo che deve essere sottoposto a perizia autoptica, esame previsto per domattina alle dieci. Solo a conclusione dell'attività autoptica la procura di Cassino potrà dare il nulla osta con il rilascio della salma del sessantaseienne sangiorgese. Quindi potranno essere disposte le esequie che si prevede saranno molto partecipate. Un momento delicato, questo, con una lettera che giunge nel momento in cui Miriam sta combattendo contro la morte, anche se va detto che le condizioni anche ieri hanno fatto registrare un lieve miglioramento che fa ben sperare.