È uno dei reati più odiosi e subdoli quello scoperto dai carabinieri della stazione di Sora nel pomeriggio di qualche giorno fa grazie alla collaborazione di un giovane che da vittima si è trasformato in "esca" per i malviventi, consentendo ai militari dell'Arma di smascherare l'imbroglio prima che fosse compiuto. È la cosiddetta "truffa dello specchietto".
La tecnica utilizzata è sempre la stessa: il truffatore si avvicina con la sua auto a quella della vittima di turno e su quest'ultima lancia qualcosa (un sasso, una pallina di gomma o altri oggetti) provocando un rumore. Poi ferma il malcapitato dicendo che ha urtato il suo specchietto, rotto appositamente prima, e chiede di essere risarcito all'istante e in contanti.
Ed è proprio quanto accaduto al giovane sorano D. G., ventuno anni, che transitando in via San Giuliano ha sorpassato una fiammante Range Rover Evoque nera, nuova di zecca. Nel superarla ha sentito un rumore. Il conducente della Range Rover lo ha ripreso e fermato, mostrando il suo specchietto danneggiato e chiedendo di essere risarcito del danno. A quel punto il ragazzo si è insospettito e ha preso tempo dicendo di non avere con sé il denaro. Ha finto di chiamare i genitori, ma in realtà ha chiamato la centrale operativa dei carabinieri di Sora, raccontando all'operatore quanto stava accadendo.
Il carabiniere ha subito compreso la situazione e ha suggerito al giovane di farsi seguire fino a uno sportello bancomat per prelevare il denaro che mancava, quello della Unicredit di via Napoli, dove nel frattempo si sarebbe diretta una pattuglia. Una volta arrivati nel cortile della banca, il truffatore e la sua vittima hanno visto giungere i carabinieri che hanno bloccato il malfattore e lo hanno portato in caserma. Per lui è scattata una denuncia. I militari dell'Arma cercano altre vittime che nei giorni scorsi siano state raggirate dal truffatore, perciò invitano chiunque ne abbia notizia a mettersi in contatto con il Comando stazione carabinieri di Sora che sta svolgendo le indagini.