Aveva il fuoco nelle gambe e il cervello giusto per giocare bene in squadra. Le "vecchie glorie" del calcio locale ricordano la sua tecnica e la sua passione. Ma nessuno riesce a disgiungere la sua figura dalle scarpette e dal campetto. Gli inizi con la Freccia Azzurra di Itri, poi tra i giocatori di punta della "Nuova Itri" negli anni 70, poi l'acquisto da parte del Castelforte calcio (nel '77): questo il momento in cui nascono i primi rapporti e contatti con la zona di Suio, dove troverà in seguito lavoro nell'hotel in cui ieri ha trovato la morte.

Dall'81 in poi gioca col San Giorgio. Dai campionati dilettanti fino alla Promozione. E proprio a San Giorgio incontra Maria Cristina che diventerà sua moglie. Una passione senza eguali, quella per il pallone, ma anche per la grande intimità intessuta con i compagni di squadra. Tanto determinato in campo, quanto riservato nella quotidianità. Quando incontra la donna della sua vita, si trasferisce nella Valle dei Santi e con lei si lega per tutta la vita. La loro casa in piazza sempre aperta agli amici.

Lei insegnante di catechismo, tra le altre cose; lui punta di diamante dell'hotel di Suio che lo ha visto diventare uomo e poi padre di due splendidi ragazzi. Uno di trent'anni, l'altro più piccolo, ancora studente. Una persona perbene, ricordano a voce bassa in piazza. Nessuno vuole parlare: increduli per una violenza del genere. Increduli che a perdere la vita sia stato proprio Giovanni, disponibile oltre ogni immaginazione, riservato a volte anche troppo. Comunità sgomenta. Il suo ex mister, Pelliccia, proprio per la prossima settimana aveva organizzato una cena tra le vecchie glorie della Nuova Itri: un dolore senza fine.