Un nervosismo che comincia a tagliarsi a fette, l'impazienza che inizia a prendere il sopravvento, il timore che non si arrivi ad una soluzione per l'omicidio Bricca. Sentimenti che appartengono alla famiglia di Thomas, ma anche a tutta la città. Con lo zio del ragazzo, Lorenzo Sabellico (nella foto), abbiamo fatto il punto della situazione.

Partiamo dalla tensione palpabile...
«Sapere che gli assassini di Thomas sono in giro, che ridono, che scherzano, che prendono un caffè al bar, non fa piacere. Quindi, sì, confermo che noi familiari siamo nervosi e tesi, oltre a vivere un momento già di per sé difficilissimo».

E cominciano le critiche anche verso gli inquirenti...
«Normale. È trascorso oltre un mese dalla morte di Thomas e non abbiamo risposte. Ci sono stati dei ritardi da parte dei carabinieri di Alatri e alcune negligenze, a partire dal mancato stub che andava effettuato sul sospettato».

Il procuratore ha però invitato alla calma e ad avere fiducia nelle indagini...
«Il procuratore non può invocare o dichiarare il silenzio stampa, dovrebbe accettare anche le critiche che gli vengono mosse. Senza dimenticare che tanti altri aspetti rimasti oscuri dovrebbero essere chiariti».

A cosa si riferisce?
«Al fatto che, uso il condizionale, la scena dell'omicidio di Thomas sarebbe stata pulita, lavata con degli idranti la sera stessa del 30 gennaio. Chi avrebbe dato questo ordine e per quale motivo? Ripeto: ne parlo al condizionale».

Intanto, lei e la sua famiglia continuate a tirar fuori idee e progetti in ricordo di Thomas: cos'altro c'è in cantiere?
«Stiamo attendendo le autorizzazioni per piantare "L'albero di Thomas" nella zona dei giardinetti: un agrifoglio dove ciascun giovane potrà lasciare un pensiero, un'emozione. Perché dalle difficoltà nasca l'opportunità. Ecco, io dico: innamoriamoci della realtà, per quanto cruda possa essere».