La Provincia romana dei Cappuccini sarebbe pronta a cedere il convento di Alatri, causa la difficoltà nel mantenere viva e attiva l'intera struttura. Non c'è ancora in corso una vera e propria trattativa ma, da informazioni assunte, la cifra attorno alla quale sarebbe possibile acquistare lo storico edificio si aggirerebbe tra i 5 e i 6 milioni di euro.
Nel sottobosco, più di qualcuno sta già cercando di capire su quali basi potersi confrontare con l'ordine religioso e qui due questioni sorgono spontanee: di chi si tratta e con quali finalità. Anche in questo caso, siamo nel mero campo delle ipotesi: si parla di almeno due ampie cordate, dato che un imprenditore da solo non avrebbe la forza di poter agire (il convento necessita tra l'altro di restauri e adeguamenti, ndc); sullo scopo, girano voci, pure queste bisognose di conferme, inerenti la possibilità di realizzare una struttura extralberghiera. Dietro la decisione della Provincia romana ci sarebbero tante ragioni, riguardanti il numero ridotti dei frati presenti (al momento soltanto due), l'età avanzata degli stessi (sono ottuagenari), l'assenza di nuove vocazioni, i problemi nel gestire un patrimonio immobiliare molto grande.
Nell'immediato, è probabile che i due ultimi frati vengano spostati altrove, pensando poi alla fase successiva, quella della vendita dello stabile. Nel maggio del 2021 venne lanciata una petizione on line, tramite una piattaforma specializzata, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di salvare il convento dalla chiusura. Le firme raccolte furono meno di 500. Nel dicembre dello stesso anno, il sindaco Maurizio Cianfrocca incontrò un responsabile dell'ordine: anche in quel caso si parlò delle strade da percorrere per mantenere aperto il convento, che affonda le sue radici nel XVI secolo. Ma il percorso non è stato invertito e la percentuale di dismissione è salita. Si va verso una dolorosa fine di una presenza religiosa storica ad Alatri.