Le idee
06.03.2023 - 13:30
La zona degli invasi nella contrada Tufano ad Anagni
Corsi d'acqua prosciugati e rischio siccità: non tutto è perduto. Ne sono convinti gli ambientalisti, che si sono riuniti per esaminare la situazione e suggerire proposte da sviluppare da parte di chi ne abbia competenza e volontà.
Gli anagnini del secolo scorso solevano ricordare "si se spalla la Canzatora i se secca l'acqua de Tufano, Anagni se more". Oggi, la frana di via Calzatora fatica ad essere messa in sicurezza, creando rischi per il Pontificio Collegio Leoniano (la Canzatora), e le sorgenti del Tufano sono aride da cinque o sei anni. Gli ambientalisti non hanno dubbi: privilegiare l'insediamento di strutture a discapito di sorgenti e specchi d'acqua perenni è stato assurdo e dannoso; e probabilmente sono in corso azioni non individuate di captazione che necessitano di indagini veloci e accurate. I canali del Consorzio di bonifica, che pure svolge un'azione meritevole, raccolgono ma non trattengono l'acqua piovana; creare invasi è assolutamente prioritario.
Uno degli intervenuti ha citato la vasta superficie della ex Polveriera, attraversata dal Rio Mola Santa Maria, ricordando che basterebbe un intervento con escavatori che, livellando i terreni, potrebbero creare uno o più laghetti capaci di fornire acqua per l'irrigazione. Invasi che potrebbero essere utilizzati dalla Protezione civile per le esercitazioni.
Nel corso dell'incontro, qualcuno ha ricordato un vecchio ma quanto mai attuale progetto del Consorzio di bonifica: una diga ai confini tra Anagni e Paliano. Uno studio aveva evidenziato come il bacino potesse essere alimentato dai torrenti locali: un progetto eccellente.
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