Tanti dubbi ancora da chiarire. Troppe cose che non quadrano. Sono trascorsi quindici giorni dalla morte di Paolo De Angelis, per tutti Piripicchio, il cinquantenne trovato senza vita nel cortile dell'ex asilo di via Sellari. Proprio il luogo dove è stato trovato il cadavere, la posizione in cui era il corpo, gli oggetti mancanti e soprattutto l'ora tarda in cui secondo la ricostruzione sarebbero avvenuti i fatti, lasciano spazio a tante domande a cui i familiari sperano di trovare presto risposte.

Era da solo negli istanti poco prima della sua morte? Cosa è successo? Si è trattato di una caduta accidentale o qualcuno ha provocato la morte di Paolo?
Quindici giorni di angoscia e dolore per la madre, i fratelli, le sorelle, i nipoti. Non si danno pace. Vogliono sapere se la morte sia stata procurata da una caduta accidentale o se dietro si nasconda altro. Attendono lo svolgimento delle indagini subito avviate dalla polizia e l'esito dell'esame autoptico.
Abbiamo contattato una delle sorelle di Paolo De Angelis, Barbara. Anche ai social ha affidato l'appello che, insieme all'avvocato Luigi Tozzi, rivolge a chi possa sapere o aver visto qualcosa, a rivolgersi alle autorità per chiarire cosa sia accaduto nella notte del 19 febbraio scorso in via Sellari.

Dalla voce Barbara appare ancora molto provata, ma allo stesso tempo determinata. Spera che venga fatta luce sul decesso del fratello e che i tanti dubbi sulla sua morte vengano chiariti.
«Dal pomeriggio di domenica 19 febbraio non riusciamo a darci pace. Soprattutto nostra madre. Cosa è accaduto a nostro fratello? Perché era lì? Con chi era?». Barbara comincia a sfogarsi senza interruzione. Parla anche a nome dei fratelli e delle sorelle. È stata proprio lei, quel giorno, quando Paolo non ha fatto ritorno a casa, tra le prime a cercarlo nei posti da lui frequentati.

«Alle 8 mi ha chiamato mia madre. Mi ha detto che Paolo non era tornato a dormire a casa. In camera non c'era. Non era da nessuna parte della casa. Scomparso nel nulla. Ho preso subito la macchina e ho girato per Frosinone, nei luoghi dove andava spesso. Ma non l'ho trovato. Non era mai sparito per tutte quelle ore. Abbiamo sperato che rientrasse per l'ora di pranzo, ma inutilmente. Così siamo andati di nuovo a cercarlo. Ma nulla. Fino a quando (la sua voce si interrompe, ndr) non abbiamo ricevuto la chiamata della polizia che ci invitava a fare il riconoscimento di un cadavere trovato in via Sellari. Mio fratello è stato trovato senza documenti addosso. Non aveva neppure le chiavi di casa. Che fine hanno fatto? Anche queste sono domande a cui non riusciamo a trovare risposte».

Un altro particolare che a Barbara e ai familiari non è sfuggito è il posizionamento del corpo a terra. «Il corpo di mio fratello era di lato. Aveva le mani sotto la testa. Persino il cappello. Tra le prime ipotesi sembra che sia scivolato. Ma se fosse così come è possibile che sia rimasto a terra in quella posizione? E poi era pieno di lividi, ematomi, soprattutto sul volto. Aveva gambe spezzate, anche braccia e bacino erano rotti. Un corpo massacrato. I dubbi sono davvero tanti. Molte cose non quadrano e noi vogliamo la verità».
La sorella non riesce poi a spiegarsi come suo fratello potesse essere in quel luogo.

«Paolo girava sempre per Frosinone, in moltissime zone. Ma mai in quell'area. E poi è una zona abbandonata, degradata. Difficile anche arrivare al muretto da dove si presume sia scivolato. Ci sono pietre, sterpaglie. E poi a quell'ora della notte. Non è possibile». Dubbi anche sul fatto che fosse solo.
«Non pensiamo che stesse da solo. Sicuramente era in compagnia». Quindi l'appello. «Rivolgiamo un appello a chi possa sapere qualcosa sulle ultime ore di mio fratello. Cosa ha fatto quella sera? Con chi era? E soprattutto se qualcuno ha visto o sappia qualcosa si rivolga alle autorità competenti. Sappiamo che nessuno potrà mai ridarci indietro Paolo, ma vogliamo sapere cosa gli è successo. Vogliamo la verità».