I residenti del borgo di San Leucio denunciano la presenza, tra i bei vicoli e gli angoli verdi, di polpette avvelenate destinate ai gatti presenti sul territorio.
Alcuni abitanti hanno notato bocconi tossici vicino alcuni punti di ritrovo dei gatti. Messi lì, evidentemente, per far morire le bestiole.
Amati, coccolati e viziati dalla maggior parte degli abitanti, i felini vivono tranquilli nel quartiere gioiello di Veroli, che rallegrano con le loro delicate fusa e con la loro superba bellezza. Tantissimi anche i turisti che, affascinati da come i gatti sembrino perfettamente integrati con il paesaggio, si fermano per una foto o una carezza.
Tanta grazia, dono del Creato, non è evidentemente apprezzata da certi individui, il cui unico scopo è quello di nuocere a forme di vita indifese e fragili: «Siamo disgustati da questi gesti di inaudita vigliaccheria - afferma un residente - ci stiamo organizzando per pattugliare palmo a palmo il quartiere per individuare e rimuovere le polpette avvelenate e segnalare i fatti alle autorità. Presto ci riuniremo per verificare se, tra di noi, qualcuno ha dei sospetti o ha notato qualche strano movimento. Non lasceremo che i nostri amici pelosi corrano rischi». «Sono criminali, incoscienti del rischio che fanno correre a tutte le specie viventi, compresi i bambini - rincara un altro residente - Cosa succederebbe se a mangiare la trappola fosse un bimbo, attirato dal colore azzurro del veleno?»
Gli abitanti del quartiere, preoccupati per i randagi ma anche per le bestiole di proprietà, hanno intenzione di chiedere l'intervento della polizia locale del comandante Massimo Belli, che già in passato si è dimostrata particolarmente sensibile a questa tematica. Corre l'obbligo di rammentare che, ai sensi degli art. 544 ter del codice penale, chiunque arrechi nocumento ad un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro, aumentata della metà se dal fatto derivi la morte dell'animale.