Non hanno risposto alle domande del giudice. Raimondo Vona, 50 anni, e Danilo Scerrato, 53, entrambi frusinati, difesi dall'avvocato Marco Maietta, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Antonello Bracaglia Morante li ha portati in carcere con l'accusa di aver preso parte alla rapina, da 454 euro, alle Poste di Ferentino dell'11 gennaio nonché del furto della Panda usata per arrivare sul posto, e della tentata rapina, il 3 febbraio, alle Poste di Castelmassimo, colpo sventato dai carabinieri nelle fasi preparatorie.

Dopo il colpo di Ferentino, i carabinieri del Norm di Anagni e del Reparto operativo nucleo investigativo di Frosinone si mettono sulle loro tracce e attivano una serie di intercettazioni. Alcune delle quali, le ambientali «fornivano corposi e granitici riscontri alla iniziale ipotesi investigativa», scrive il gip. Dall'ascolto gli investigatori scoprono il progetto di una seconda rapina «che avrebbe fruttato un bottino più ricco della prima».

Così sono fermati lungo il tragitto e denunciati, ma i due - nelle intercettazioni - si rammaricano di dover attendere un mese prima di tornare in azione «nonostante la ragionevole certezza di essere stati individuati e denunciati», scrive ancora il gip. Che aggiunge: «Il primo (Vona, ndr) si trova attualmente al lavoro come operaio nella zona di Milano e prospetta all'altro di farlo assumere alle dipendenze della medesima impresa e nella medesima squadra, nella concreta prospettiva di organizzare rapine anche in Lombardia». E ancora il gip: «Gli elementi indiziari emergono quando i due indagati si confrontavano sulle modalità dell'azione criminosa da intraprendere facendo parallelismo tra la rapina da perpetrare il 3 febbraio e quella già realizzata il giorno 11 gennaio. I riferimenti alla rapina» di Ferentino «appaiono inequivocabili in relazione alla descrizione di una serie di elementi, emersi durante i discorsi intercettati».