Undici minuti. È il lasso di tempo che intercorre tra l'ultima immagine di Romina De Cesare viva e la fuga di Pietro Ialongo. Entrambi sono stati immortalati dai video delle telecamere di sicurezza di via del Plebiscito, acquisiti dalla questura di Frosinone. A raccontarlo, ieri mattina, davanti alla Corte d'assise di Frosinone, presieduta dal giudice Francesca Proietti, sono stati gli agenti che hanno indagato sull'omicidio della ragazza di Cerro al Volturno.

Sotto processo con l'accusa di omicidio volontario e atti persecutori c'è il suo ex fidanzato, all'epoca ancora convivente, Pietro Ialongo, anch'egli originario di Cerro al Volturno, difeso dall'avvocato Vincenzo Mercolino.
Il pubblico ministero Vittorio Misiti ha iniziato a sentire i testimoni da un agente delle volanti, il primo ad accorrere in via del Plebiscito nel pomeriggio del 3 maggio scorso. «C'era una persona molto preoccupata perché dalla sera precedente non riusciva a contattare Romina - ha detto l'agente alla Corte - Non ci rispondeva. Abbiamo chiesto di fare squillare il telefono e sentito che suonava. Ci siamo preoccupati tantissimo, perché i due si erano lasciati. Così ho dato una spallata alla porta e l'abbiamo trovata a terra, aveva l'avambraccio sollevato sul volto, quasi volesse difendersi». Il pm ha chiesto se c'erano tracce di sangue. «Ho visto tracce sui piedi e mi sembra sul bacino. L'appartamento era quasi a soqquadro».

Sentiti poi due agenti della squadra mobile, occupatisi di recuperare le immagini delle telecamere private e del Comune della zona, e di sentire i primi testi.
Un altro agente della mobile ha riferito della fitta messaggeria in chat tra Romina e l'ex: «C'era acredine, molto forte - ha raccontato - E una richiesta di soldi per l'acquisto di un'autovettura».
Alle domande della parte civile (costituita con gli avvocati Danilo Leva per il padre e Fiore Di Ciuccio per il fratello di Romina, nonché con Maria Calabrese per l'associazione Liberaluna), l'agente ha riferito di messaggi nei quali l'imputato «recriminava per la nuova storia di Romina» e altri del nuovo ragazzo «che provava a interloquire se era tutto a posto, nella notte tra il 2 e il 3 marzo, ma Romina non poteva più rispondere». Ha fatto cenno a «molti messaggi di Ialongo e, solo quando non poteva farne a meno, Romina rispondeva».

Il dirigente della squadra mobile, il vice questore aggiunto Flavio Genovesi, ha ricostruito i tratti salienti dell'inchiesta. Ricordando «che a Sabaudia alle 17.40 era stato avvistato Ialongo che vagava nudo. Capimmo subito che era l'ex compagno di Romina». Quindi, «nei primi minuti sono state estrapolate le immagini di tutte le telecamere della zona». Il medico, invece, stimava la morte di Romina tra le 6 e le 18 ore precedenti.
Genovesi ha spiegato che «c'erano due telecamere molto buone verso piazza della Libertà. Alle 0.27 della notte precedente c'era il passaggio di una sagoma, compatibile con la sagoma di Romina. Circa 10 minuti dopo, alle 0.37, in direzione opposta, verso piazza della Libertà vediamo un ragazzo che indossava delle sneakers bianche». Poi identificato in Ialongo. Lo stesso immortalato da un'altra telecamera, a bordo di un'Audi A4, verso l'ex Banca Italia che svolta a destra verso via Cavour.

Secondo la ricostruzione della squadra mobile, l'auto è stata vista ancora alle 2.55: «immortaliamo Ialongo in un distributore sulla Monti Lepini - ha chiarito il capo della squadra mobile - Si vedono bene anche le sneakers». Altre immagini di Ialongo si hanno a Terracina, alle 3.36 e alle 3.48, quindi, a Sabaudia, il pomeriggio successivo, alle 17.40 quando poi il giovane molisano fu arrestato dai carabinieri. Dal giorno successivo al fermo di Ialongo, vennero poi attivate delle intercettazioni ambientali in carcere, sull'auto in uso ai genitori di Ialongo nonché delle intercettazioni all'utenza del padre dell'imputato, ha ricostruito il dirigente della questura. Subito furono sentite tutte le persone che potevano fornire utili elementi per le indagini, durate un mese e mezzo.
La parte civile ha domandato se, dalle indagini, è emerso qualcosa dell'ultima settimana di vita di Romina. «C'era conflittualità - la risposta di Genovesi - C'è uno spartiacque il 26 aprile 22. Ci sono due chiamate di Romina al 112. Nella prima dice che l'ex compagno non la faceva rientrare a casa. Nella seconda declinava l'intervento. È emersa una rottura iniziata a febbraio ma acuita intorno all'8 aprile quando Romina ha iniziato a frequentare un nuovo ragazzo. Dai messaggi c'era questa pressione su Romina».

A proposito di telefoni, la parte civile ha voluto chiarire un aspetto, ovvero lo spegnimento dei due cellulari in uso a Ialongo. «Dalle 17.41 del 2 maggio i telefoni sono stati spenti», ha aggiunto il teste.
La difesa ha chiesto se c'erano altre immagini visto che Ialongo viene immortalato due volte, a distanza di più di due ore, a una distanza di circa cinque chilometri. Ma altri passaggi non sono stati registrati.
Un altro agente della squadra mobile ha riferito sull'utilità di sentire subito le due vicine cinesi «che ci fornivano un audio in cui si sentiva confusione». Poi oggetto di un incidente probatorio.

Acquisiti i tabulati telefonici, dal 1 gennaio al giorno successivo al delitto di Romina, del nuovo fidanzato e dell'imputato. «L'apice dei problemi della coppia c'è stata a ridosso del ponte del 25 aprile», ha ribadito il poliziotto.
Un altro agente che ha curato l'analisi dei tabulati ha «notato una variazione dei termini di comunicazione al variare del rapporto relazionale». Era soprattutto con gli Sms che Pietro e Romina comunicavano: «il 26 aprile ci sono 218 sms tra le due parti».
La difesa ha fatto chiarire all'agente che «poco prima dello spegnimento dei telefoni risultano due contatti con uno studio legale alle 17.28. Sono circa due minuti». Invece, «il 2 maggio Romina ha avuto contatti con la proprietaria dell'appartamento e un agente immobiliare».
Prossima udienza il 6 aprile per sentire altri testi dell'accusa.