Quasi sei ore di interrogatorio. Anche con toni aspri. Domande alle quali l'unico indagato nell'inchiesta per l'omicidio di Thomas Bricca ha sempre risposto fornendo la sua ricostruzione dei fatti.
Mattia Toson, 22 anni, è arrivato in tribunale da un ingresso secondario. Erano le 10.57 di ieri mattina quando, il ragazzo, maglietta chiara, jeans e sneakers, accompagnato dai carabinieri della polizia giudiziaria e dagli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, è andato a sedersi nella stanza del procuratore Antonio Guerriero. Insieme al capo della procura frusinate c'era il sostituto Rossella Ricca. Sono loro che stanno conducendo l'indagine per l'omicidio del diciannovenne, avvenuto il 30 gennaio, in strada ad Alatri per un colpo di pistola che lo ha colpito alla testa mentre si trovava al "Girone" in compagnia di un gruppo di amici, tra i quali era presente, in base a quanto finora emerso dalle indagini, il vero obiettivo dell'agguato. Thomas è poi morto a Roma in ospedale per le gravi ferite riportate. Mentre l'altro ragazzo è ormai lontano da Alatri.
È stato un interrogatorio fiume, diviso in due parti, la prima dedicata ai giorni precedenti alla sparatoria, quelli delle risse che avrebbero fatto da detonatore alla successiva reazione a colpi di pistola. Quindi, dopo una breve interruzione di una ventina di minuti, intorno alle 14 magistrati, indagato e avvocati hanno ripreso il confronto. Un confronto su tutti i punti finora interessati dall'indagine che ha avuto anche alcuni momenti di tensione. Al giovane, che si era già presentato nelle scorse settimane ai carabinieri per smentire ogni coinvolgimento nella vicenda, sarebbe stato chiesto conto degli spostamenti effettuati proprio la sera dell'omicidio con riferimento alla partecipazione a una cena. Il suo alibi, quello della presenza alla festa, sarebbe attentamente scandagliato.
L'interrogatorio, il cui contenuto rimane secretato, è terminato qualche minuto prima delle 17. Testa bassa, Toson ha lasciato il palazzo di giustizia come era entrato, sempre accompagnato dagli avvocati e dalla pg dei carabinieri. Ed è tornato a casa. I suoi difensori si sono limitati a poche battute. Chiarendo che sono stati ricostruiti i fatti sulla base delle domande e delle risposte fornite e che all'indagato «non è stata fatta una contestazione diretta».
Ovvero non gli avrebbero chiesto conto della partecipazione diretta al fatto, gli avrebbero posto una serie di domande più generiche per ricostruire il quadro generale. Sono state ricostruite le condotte a partire dai giorni precedenti all'agguato. Molta importanza, i carabinieri riservano alle due risse del fine settimane precedente all'omicidio di Thomas. Un'altra parte dell'interrogatorio, invece, si è focalizzata sul giorno del delitto. «Ci sarebbero soltanto degli accertamenti che per essere fatti serviva iscriverlo nel registro degli indagati», ha aggiunto poco dopo l'avvocato Pappadia.
L'inchiesta, di per sé molto delicata, si trova a un punto decisivo. Ora bisognerà capire se le dichiarazioni acquisite saranno utili nel proseguo dell'indagine. Se andranno sentite o risentite altre persone. Verificati alibi ed eventuali spostamenti e buchi. In modo da arrivare quanto prima, come tutti sperano ad Alatri, a dare un nome e un volto a chi ha sparato e ucciso Thomas Bricca e a chi lo ha accompagnato.
Gli spari, secondo quanto emerso in questa fase delle indagini, sarebbero una vendetta a un pestaggio. Resta da chiarire ancora un dato fondamentale. Ovvero se chi ha sparato cercava semplicemente di intimidire il gruppo ritenuto responsabile di una violenta reazione alla prima rissa, o se, al contrario, chi è arrivato ad Alatri quella sera voleva uccidere.
Altri aspetti che le indagini dovranno accertare sono relativi allo scooter, il T-max a bordo del quale il killer e il suo accompagnatore sono arrivati e sono poi fuggiti da Alatri e all'arma del delitto che dovrebbe trattarsi di una pistola a tamburo. Né l'uno né l'altra al momento sono stati ritrovati, nonostante le continue ricerche, con l'ausilio dei carabinieri del Ris e di mezzi meccanici nella zona dell'ex campo di internamento delle Fraschette.
La nota dell'ordine forense
Prima dell'interrogatorio, ad Alatri, sono apparsi dei volantini anonimi rivolti all'avvocato, senza nominarlo, in cui si parla di «disprezzo e disgusto» e lo si invita a «rifletterci (attentamente) sopra» evidentemente sulla decisione se accettare o meno l'incarico.
Il consiglio dell'ordine degli avvocati di Frosinone ha scritto una nota di solidarietà.
Premesso che l'omicidio di Tomas è «un inaccettabile, brutale ed efferato gesto che ha strappato un giovane alla vita e ai suoi affetti, privandolo del suo futuro, nell'esprimere totale vicinanza e partecipato cordoglio alla famiglia del ragazzo ucciso, interviene anche a tutela della categoria e dell'avvocato che, avendo assunto la difesa della persona indagata per l'omicidio di Thomas, è recentemente finito al centro di un'incomprensibile pressione che nulla ha a che vedere con il lavoro della giustizia nell'individuazione del responsabile o dei responsabili del reato. Il consiglio dell'ordine tiene a sottolineare come la figura dell'avvocato eserciti le proprie funzioni non solo nell'interesse delle parti assistite, ma anche dei terzi e della collettività, a garanzia del corretto esercizio della giurisdizione e dei principi dello Stato di diritto.
Ricorda, inoltre, come la Costituzione non soltanto garantisca il diritto di difesa, ma imponga che qualsiasi persona coinvolta in un procedimento penale sia assistita da un difensore. Non si ritiene ammissibile alcuna forma di aggressione verbale rivolta all'avvocato che svolge una funzione costituzionalmente garantita, ossia la difesa e la tutela di tutti i soggetti coinvolti, anche come semplici indagati, in un procedimento penale. Per tali ragioni, il consiglio dell'ordine degli avvocati di Frosinone, nel confermare vicinanza e partecipazione al cordoglio della famiglia di Thomas Bricca e confidando nella più rapida individuazione dei responsabili da parte degli organi giudiziari preposti, ribadisce l'alta funzione e l'indipendenza dell'avvocatura, oltre al suo imprescindibile ruolo di garanzia nella tutela dei diritti, come sancito dagli articoli 24 e 111 della Costituzione Italiana».