L'annunciato arrivo delle precipitazioni con pioggia e neve è importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel nord Italia. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento al probabile arrivo di un'area di bassa pressione sull'Italia che dovrebbe portare un po' di acqua ai campi assetati.

Una svolta importante – sottolinea la Coldiretti – per le produzioni agricole primaverili ed estive di fronte ad una situazione che è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti per la siccità secondo la Coldiretti. Quest'anno verranno coltivati quest'anno in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da trenta anni, secondo sulla base delle previsioni di semina.

Intanto il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l'ultima rilevazione della Coldiretti. Lo stato di magra del più grande fiume italiano – sostiene Coldiretti – è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d'acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino al19% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell'arco alpino ed appenninico. La neve – sottolinea Coldiretti – è importante sia in montagna che nelle pianure per rimpinguare le scorte d'acqua ma anche per proteggere i terreni e le semine tanto che fra gli agricoltori si dice da sempre che "sotto la neve c'è il pane" per evidenziare il ruolo strategico che svolge per una buona resa delle coltivazioni.

A preoccupare – continua la Coldiretti – è però il brusco abbassamento delle temperature in una situazione in cui il caldo anomalo ha provocato le fioriture anticipate di mandorli, peschi e ciliegi che sono ora particolarmente sensibili al freddo con il rischio concreto della perdita dei raccolti. Conseguenze di un cambiamento climatico che – precisa la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.