Auto in fiamme nel parcheggio delle case popolari di Chiusa Grande. Momenti da incubo nel quartiere dove, nel cuore della notte, ha preso fuoco una Fiat Grande Punto, alimentata anche a gas, in sosta nel parcheggio dei ventiquattro alloggi. Scongiurato il rischio di gravi conseguenze e ulteriori danni grazie alla prontezza dei condomini che, resisi conto di quanto stava accadendo, hanno spostato rapidamente le auto in sosta e isolato l'area del rogo. L'episodio si è verificato alle 3 della notte tra domenica e ieri. Si tratta della sesta auto che va a fuoco a Ceprano, sempre nella stessa zona. Circa quindici giorni fa, a pochi metri di distanza, era stata distrutta dalle fiamme un'altra macchina nel parcheggio sottostante un condominio dello stesso quartiere. E cinque mesi prima, sempre nel medesimo luogo, in un analogo episodio erano andate distrutte altre due vetture.

Il fenomeno dei roghi è iniziato verso la fine dell'estate scorsa a Montecitorio, dove era stato incendiato un furgone, palese atto doloso in quanto fu trovata la tanica che conteneva la benzina con cui era stato dato alle fiamme il mezzo. Da allora gli episodi si sono ripetuti e oggi è difficile pensare che non ci sia un legame o che possa essere unico l'autore dei tali atti. Si tratta di un piromane o di una semplice casualità? Difficile credere che si tratti di autocombustioni, con le temperature rigide di questo periodo. È pur vero però che le ultime vetture andate a fuoco non erano nuove, quindi l'ipotesi del corto circuito non è remota. Lascia perplessi però il fatto che la zona in cui si registrano gli incendi è sempre la stessa, come l'orario in cui divampa il rogo, strane coincidenze.

La notte scorsa a Chiusa Grande sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Le fiamme sono state spente e l'area messa in sicurezza. Una notte da dimenticare per i condomini delle palazzine di Chiusa Grande che sono usciti dai loro appartamenti, hanno spostato le auto e assistito spaventati al rogo. Per il momento, non ci sarebbero elementi che possano ricondurre a un'azione dolosa, ma non si esclude alcuna ipotesi, anche perché tali fenomeni, che dovrebbero essere occasionali, appaiono troppo frequenti e sempre nel raggio di pochi metri. Intanto i carabinieri indagano anche esaminando le immagini riprese dalle telecamere.