Una class action contro Acea Ato5, arriva il via libera dalla Corte di appello di Roma. Il ricorso è ammissibile. Accolto, infatti il reclamo presentato, contro un precedente diniego, dal comitato volontario No Acea e da 728 cittadini. Ma ora alla class action potranno aggiungersi anche altri cittadini, sia singolarmente sia nel comitato civico. La Corte d'appello ha deciso il reclamo presentato contro l'ordinanza del tribunale di Roma del novembre del 2021. E ha disposto, in riforma dell'ordinanza, l'ammissibilità dell'azione di classe del comitato nei confronti di Acea Ato 5 e ha rimesso la causa davanti al tribunale di Roma, competente a trattare la questione nel merito.

Inoltre la Corte d'appello ha dichiarato integralmente compensate le spese processuali della prima fase davanti al tribunale. Tribunale che, invece, aveva condannato alle spese il comitato per 50.000 euro che con l'Iva e gli altri importi previsti per legge arrivavano a circa 65.000 euro.
La class action era stata incentrata su due questioni. La prima riguardava la contestazione dell'applicazione del metodo tariffario con riferimento al "pro die", sollevando il caso dell'assenza di contratti scritti. L'altra questione era sulle partite pregresse ovvero sui maggiori costi applicati in bolletta, retroattivamente, per le opere effettuate dal gestore.

Secondo il comitato, rappresentato dagli avvocati Massimo Clemente, Patrizia Menanno e Annamaria Zarrelli, invece, ci sarebbe una violazione del principio di irretroattività delle norme ma anche una tardività nel riconoscimento dei maggiori costi, poi caricati sulle bollette degli utenti del servizio idrico. In un primo tempo, però, il tribunale di Roma aveva riconosciuto la mancanza del requisito dell'omogeneità tra i soggetti ricorrenti non ritenendo, dunque, esserci i presupposti per avviare la class action. Adesso, si ritorna in tribunale che dovrà fornire la scansione temporale entro la quale completare tutte le procedure richieste dalla class action. Occorrerà dare pubblicità alla class action, che sarà inserita anche sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy e indicare un termine entro il quale potersi aggiungere alla class action. Potenzialmente tutti gli utenti potrebbero farlo. L'azione, pertanto, potrà proseguire anche con altri utenti del servizio idrico che finora non erano rappresentati né dal comitato né dal gruppo di singoli cittadini che hanno avviato il ricorso. Peraltro, si tratta della prima class action contro l'Acea Ato 5.

L'azione di classe è prevista dall'articolo 140 bis del Codice del consumo. L'obiettivo è fornire la "tutela dei diritti individuali omogenei e interessi collettivi dei consumatori e degli utenti", esercitabile - ricordano dal ministero delle Imprese - per l'accertamento della responsabilità e per la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni, derivanti da danni o inadempienze contrattuali, legati al consumo. Pertanto, la class action, consente ai consumatori o utenti che lamentano comportamenti commerciali scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza, di unire le proprie forze per ottenere il risarcimento. Ciò perché un ricorso individuale al giudice potrebbe risultare troppo oneroso per un singolo, mentre con un'azione collettiva i costi sarebbero distribuiti.

«Dal 1° gennaio 2010, tutti coloro che si trovino nella stessa situazione di chi ha promosso la causa, possono aderire all'azione di classe, facendo valere i propri diritti, anche attraverso il promotore e senza bisogno di ricorrere autonomamente ad un avvocato. Il procedimento sarà snello e consentirà di avere una sentenza immediatamente esecutiva», precisano dal ministero.