Nel primo pomeriggio il grido d'allarme dell'associazione nazionale costruttori edili: il sistema rischia il tracollo con migliaia di imprese che lascerebbero incompiuti i propri cantieri. Per gli edili «il governo nazionale ha intenzione di bloccare l'acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, inserendo nel decreto legge sul Pnrr una norma che impedisce di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi».
In bilico c'è quindi il Superbonus, l'incentivo fiscale introdotto dal secondo governo Conte nel 2020 con il decreto rilancio, che consente a chi lo richiede di effettuare lavori di riqualificazione energetica senza aver alcun tipo di costo. Ieri sera è arrivata la decisione del governo che non fa altro che confermare la preoccupazione dell'associazione. Dal consiglio dei ministri via libera al decreto sul Pnrr e stop alla cessione dei crediti del Superbonus. Quindi per i bonus d'ora in avanti non potrà più essere utilizzata l'opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito al posto della detrazione.
L'iniziativa di alcune Province e Regioni, finalizzata ad acquisire i crediti di imposta delle imprese edili derivanti dal Superbonus, che aveva aperto nuovi spiragli per le aziende rimaste senza la possibilità di monetizzare i propri crediti. Un esempio che il presidente di Ance Frosinone, Libero Angelo Massaro, aveva invitato ad adottare anche a Frosinone e nel Lazio. «Gli enti pubblici locali si stanno facendo carico di risolvere un'emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali che ancora non hanno individuato una soluzione strutturale», ha detto il presidente Massaro.
Fermando l'acquisto dei crediti da parte delle Regioni «migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità – ha continuato – E i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie».
Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema Ance, già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l'economia di interi territori. Il governo procedendo con il blocco dei crediti «commette un grave errore lasciandosi alle spalle una scia di famiglie con abitazioni incompiute e debiti nei confronti dell'Agenzia delle Entrate – ha spiegato Massaro – Infatti, se le aziende non riuscissero a completare i lavori nei tempi previsti dalla norma a causa di crisi di liquidità, molti privati si troveranno con un cantiere aperto nelle proprie abitazioni e, in alcuni casi, a dover restituire le somme corrispondenti all'importo dei lavori. Ovviamente queste notizie si ripercuotono negativamente anche sul sistema bancario, sempre meno propenso a supportare pratiche di Superbonus. È necessario un definitivo segnale da parte della politica per individuare una soluzione seria e concreta».
A proposito Ance e Abi, l'associazione bancaria italiana, lanciano una proposta al governo che consiste nel prevedere la possibilità di compensare i crediti con i debiti fiscali attraverso l'F24. «Non si può più temporeggiare», conclude Massaro.
Secondo le stime dell'associazione nazionale costruttori edili ci sono oltre 15 miliardi di crediti bloccati e gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 25.000 imprese a rischio fallimento e 130.000 posti persi nel settore delle costruzioni. Una situazione quindi che provocherebbe problemi su circa 90.000 cantieri.