"Noi ci mettiamo la faccia". La frase scritta e pronunciata più volte in un video della durata di poco meno di sei minuti e pubblicato nella serata di mercoledì sul le pagine social di "Vitamin.strong". A parlare è Guido Ciuffarella, finito sotto i riflettori della trasmissione di Italia Uno, "Le Iene". Nel servizio andato in onda nella puntata di martedì scorso, Ciuffarella viene accusato da tre donne di essere "un truffatore seriale d'amore".
Alessia, Luisa e Anna, chiamate nel servizio con nomi di fantasia, raccontano come l'uomo le avrebbe raggirate prima a livello sentimentale, facendo credere loro di essere innamorato. Poi, sempre secondo le accuse, sarebbe seguita la truffa economica, una cifra complessiva di circa 250.000 euro. Le Iene" a Frosinone, nella parte bassa del capoluogo, erano sta te avvistate la scorsa settimana. Luigi Pelazza era entrato in un negozio con le telecamere della nota trasmissione televisiva. Erano intervenuti anche i carabinieri, contattati dall'uomo finito sotto accusa.
Lui, Guido Ciuffarella, l'uomo su cui tre donne hanno puntato il dito, in un video racconta la sua versione dei fatti, sostenendo che nei suoi confronti siano state fatte solamente delle calunnie. Il video è stato registrato all'interno dell'attività commerciale, Vitamin.strong, negozio di integratori vitaminici. Ciuffarella sostiene che in realtà il negozio di via Aldo Moro appartiene alla sua famiglia e non alla donna che, nel servizio andato in onda martedì, dice di essere la legittima proprietaria.
In mano, Ciuffarella, tiene un foglio, che poi mostra. «Sono andato in tribunale questa mattina (ieri, ndr) sottolinea Ciuffarella e vi mostro il casellario giudiziario». Racconta poi dell'intervento dei carabinieri da lui contattati la sera dell'arrivo de Le Iene e di una delle donne che lo accusano. Sempre nel video informa circa le denunce presentate e la richiesta di risarcimento danni per 50.000 euro.
L'uomo si è rivolto all'avvocato Antonio Ceccani. «Se dovessi ottenere il risarcimento devolverò il denaro ai bambini della Turchia rimasti orfani» e conclude «io ci metto la faccia. Sono qui in negozio. Se volete vi aspetto per chiarimenti».