"Le Iene" a Frosinone, nella parte bassa del capoluogo. Erano state avvistate la scorsa settimana. Luigi Pelazza era entrato in un negozio con le telecamere della nota trasmissione televisiva "Le Iene" di Italia Uno. Erano intervenuti anche i carabinieri, contattati da un trentottenne verso il quale è stato puntato il dito accusato di aver sottratto circa 250.000 euro a tre donne.
Il servizio è andato in onda nella puntata di martedì scorso. Servizio che inizia con le urla di una donna, una delle presunte vittime del raggiro, poi l'arrivo di Pelazza per farsi spiegare dall'uomo, circa il suo comportamento di cui viene accusato dalle tre donne che raccontano davanti alle telecamere de "Le Iene" cosa avrebbe fatto loro il frusinate. Tutte e tre lo accusano di aver messo su un piano di truffe amorose.
Alessia, Luisa e Anna, chiamate nel servizio con nomi di fantasia, vittime del presunto raggiro, raccontano il primo approccio avuto con l'uomo che indicano come "truffatore seriale". Raccontano come l'uomo le avrebbe raggirate prima a livello sentimentale, facendo credere loro di essere innamorato e di voler costruire un futuro insieme (con una di loro avrebbe anche convissuto). Poi, sempre secondo le accuse che vengono rivolte all'uomo dalle tre presunte vittime, sarebbe seguita la truffa economica, una cifra complessiva di circa 250.000 euro.
Stando sempre agli addebiti, l'uomo si presenterebbe come un ricco imprenditore, poi dopo averle frequentate fa credere di essere innamorato e propone di entrare in società, di pensare al loro futuro insieme anche a livello lavorativo. Ben presto i soldi però inizierebbero a scomparire partendo da prestiti e auto. Dopo il minuzioso racconto, il servizio de "Le Iene" si conclude con una delle presunte vittime che va nel negozio, negozio che ritiene essere per la maggior parte suo, per chiedere spiegazioni anche circa i presunti assegni in bianco che l'uomo avrebbe utilizzato a sua insaputa. La situazione, però, degenera, e il trentottenne contatta le forze dell'ordine per cercare di far "spegnere" i riflettori e difendersi dalle accuse.