L'ombra della Corte dei conti sul ritardo della Provincia nell'autorizzare il taglio dei boschi; sempre più frequente il ricorso alla magistratura contabile per verificare, e nel caso censurare, il comportamento degli uffici pubblici.
Dopo anni di inerzia sulla mancata attivazione di uno dei mezzi di reperimento di somme importanti da utilizzare per opere e servizi, il Comune aveva finalmente attivato la procedura propedeutica ai bandi di gara finalizzati all'individuazione dei soggetti ai quali affidare l'importante servizio.
Data oramai al 13 dicembre 2021 la consegna del faldone che, completato di pareri e quant'altro previsto, veniva depositato nel competente ufficio dell'ente di piazza Gramsci, che entro 30 giorni (legge 241) erano tenuti ad avviare il procedimento comunicando il nominativo del responsabile (Rup) al richiedente. Ad oggi, trascorsi ben 14 mesi, nulla sarebbe stato notificato a Palazzo d'Iseo.
Il bosco comunale "La Macchia" rappresenta con i suoi 287 ettari un vero tesoro naturale. Mettendo all'asta ogni anno alcuni lotti, formati ciascuno da 20 ettari di bosco ceduo e castagno, le casse comunali ricevono somme necessarie alla programmazione di servizi a favore dei cittadini. A conti fatti, dunque, a tutt'oggi il Comune ha di fatto perso circa un milione di euro, oltre che a vedersi danneggiare gli alberi da tagliare che dopo un certo numero di anni debbono essere sottoposti a una diversa procedura.
La pratica di fatto istruita, con tutti i documenti ben compilati e perfezionati, non essendo stata approvata né respinta potrebbe essersi impantanata tra la polvere delle scartoffie, un'ipotesi scoraggiante ma assolutamente realistica. L'amministrazione comunale di Anagni avrebbe tutto il diritto di adire ogni forma di sollecito e reprimenda nei riguardi di chi impedisce ai cittadini della città dei papi di poter utilizzare un patrimonio importante e gratificante.