«Il fatto non sussiste». Così il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone ha chiuso il caso relativo alla gestione del servizio idrico in provincia. Non luogo a procedere per i reati di frode nelle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e peculato, mentre per i reati di natura fiscale il gup Antonello Bracaglia Morante ha rimesso gli atti al pubblico ministero di Roma per difetto di competenza.

Si è chiusa, così, nel primo pomeriggio di ieri, la lunga fase dell'udienza preliminare iniziata il 26 ottobre 2021. Nelle varie udienze l'accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Adolfo Coletta e Vittorio Misiti aveva insistito per il rinvio a giudizio, mentre le difese avevano contestato la ricostruzione accusatoria e, anche con delle memorie, avevano chiesto il non luogo a procedere. Si erano costituiti parte civile 52 comuni, l'Ato 5, il comitato Acqua pubblica Frosinone e provincia, l'associazione Codici Lazio, la società Fenicia Gas nonché 45 singoli cittadini.

Il giudice, tenuto conto pure dei i nuovi più stringenti e garantisti dettami che la Cartabia richiede per la scelta di procedere al rinvio a giudizio, ha dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti di Stefano Magini, amministratore delegato di Acea Ato 5, dall'ottobre 2016 fino all'approvazione del bilancio 2017, Paolo Tolmino Saccani, amministratore delegato di Acea Ato 5 da aprile 2015 a novembre 2016, Massimo Pilozzi (nel frattempo deceduto) e Serafino Colasanti, responsabili della segreteria tecnico operativa dell'Ato 5 dal 1999 al 2014 e dal 2014 al 2017, per il reato contestato di frode nelle pubbliche forniture (secondo l'accusa ciò avrebbe consentito «al gestore di riscuotere dai singoli utenti, tariffe di importo superiore a quello che avrebbero dovuto applicare e riscuotere»).

Sempre "non luogo a procedere" per Magini, Saccani e Colasanti per il capo C ovvero la turbata libertà degli incanti (i pm contestavano l'affidamento degli incarichi delle gare pubbliche alla società correlata Acea Elabori). Infine, terzo "non luogo a procedere" per Luca Matrecano, amministratore delegato di Acea Ato 5, da ottobre 2007 a marzo 2010, Magini, Saccani, Pilozzi e Colasanti in ordine all'ipotesi di reato di peculato (contestato il mancato accantonamento delle somme incassate dagli utenti per il servizio di depurazione in un fondo vincolato intestato all'Ato 5 per l'attuazione degli interventi sulle reti fognarie e sulla depurazione).

Il giudice ha deciso la trasmissione degli atti alla procura di Roma relativamente alle residue contestazioni mosse dalla procura frusinate ovvero il falso in bilancio per gli esercizi 2015, 2016 e 2017 contestato a Saccani, Magini, Alessandro Fischetti, firmatario delle relazioni di revisione della Ernst & Young per i bilanci di Acea Ato 5 2015-16, Giulio Grandi, firmatario della revisione della Price Waterhous per il bilancio 2017 di Acea Ato 5, Amedeo Liberatori, presidente del collegio sindacale fino all'approvazione del bilancio 2017, Luigi Ceccarelli e Germana Concetti, sindaci effettivi, nonché l'evasione dell'imposta sul reddito Ires dal 2014 al 2017 per Saccani e Magini e l'ostruzione all'esercizio delle funzioni dell'autorità di vigilanza Arera per Saccani, Magini, Liberatori, Ceccarelli e Concetti. Ora starà ai pubblici ministeri di Roma decidere il da farsi, ovvero se procedere per gli stessi reati, ipotizzarne di diversi o chiedere l'archiviazione.

Sono stati difesi dagli avvocati Gianrico Ranaldi, Fabrizio Gobbi, Marcello Elia, Piero D'Orio e Mario Di Sora. Parti civili erano l'Autorità d'ambito e 52 Comuni tra cui, Frosinone, Alatri, Anagni, Arpino, Boville Ernica, Cassino, Ceccano, Ceprano, Ferentino, Fiuggi, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Pontecorvo e Veroli. Con una memoria per conto dei membri della Sto, l'avvocato Di Sora aveva evidenziato che i suoi assistiti (Colasanti l'unico a farsi interrogare) non avevano nessun potere di pretendere di costituire il fondo vincolato. Sulla turbativa d'asta è stato sottolineato che non è mai stata indetta alcuna gara in quanto si è proceduto ad affidamento diretto e dunque l'ipotesi di reato non è configurabile. Respinto, per il capitolo concernente la frode in pubbliche forniture, l'ipotizzato patto tra Sto e Acea Ato5.