Lo strano, insolito, anomalo week-end (il primo) di Alatri, dopo l'omicidio di Thomas Bricca. Con la città che fatica a capire cosa sia successo e perché, con la gente che non metabolizza, che rivive una sorta di "déjà vu", il bis tragico degli eventi di piazza Regina Margherita.
Sabato sera, il centro storico era vuoto: le 20 sono un'ora in cui, normalmente, ci sono tante persone in giro. Stavolta è stato diverso: pochissime anime lungo le strade. Certo, molto hanno influito le temperature glaciali, ma nei pochi sguardi che abbiamo incrociato c'era un'aria non serena. Alle 22 è stata notata qualche persona in più, qualcuno uscito dai locali, dai ristoranti; qualche bar, solitamente affollato, ha abbassato prima le saracinesche. Alle 24 il deserto.
Tutti a casa, in cerca di maggiori certezze, di tranquillità anche. Il forte vento ha spezzato tanti striscioni in ricordo di Thomas, ma è il cuore dell'intera città che ha continuato a soffrire in un'altra notte complessa, in cui il "buio" esterno si è sommato a quello personale. «Cosa sta succedendo ad Alatri?», ci ha detto un solitario avventore di una serata strana. La domanda è rimbalzata nell'aria freddissima, senza trovare una risposta plausibile.
Domenica mattina, scene molto simili. Poca gente che circolava, pochissima la voglia di parlare. In piazza Santa Maria Maggiore ci sono ancora molti cartelli appesi, abbiamo incontrato il presidente della Pro loco, Orestino Fanfarillo, attento osservatore della vita cittadina. Ci ha parlato di una città che è cambiata negli anni, di giovani che hanno mutato abitudini. Marco Magnanimi ha espresso la sua idea su questo momento: «Sì, ieri sera (sabato, ndc) c'era una clima particolare. Restare a casa o uscire? Certe volte è difficile decidere... Personalmente sono andato a mangiare una pizza con la mia famiglia. C'è voglia di normalità, anche se non bisogna dimenticare quello che è avvenuto».
I tributi per Thomas
Dalla balconata del "Girone" si affacciano ancora in molti. Occhi puntati su quell'angolo di via Liberio, quel fazzoletto di strada stretto tra una casa-torre e la scalinata di vicolo Orto Pecci, diventato santuario. Lo abbiamo raccontato spesso in questi giorni e il flusso è sempre notevole, non diminuisce, anzi. Sono aumentati i fiori, i palloncini bianchi o rossi a forma di cuore. Sui gradini sono presenti tanti lumini. Sul vaso la sciarpa dell'Alatri calcio. Lettere e bigliettini. C'è una bottiglia di spumante: ragazzi, coetanei di Thomas che avranno brindato all'amico, al compagno che non c'è più.
Qualche passante si fa il segno della croce. Un ragazzo fissa il punto dell'agguato, le mani strette nel giubbotto. Arriva una famigliola – madre, padre e due bimbe piccole – per un momento di ricordo: le due bambine lasciano due rose rosse. Il padre: «Non siamo di Alatri, siamo venuti qui per ricordare questo ragazzo ucciso». Altri giovani restano attorno al vaso, all'albero, agli scalini, si scambiano parole rapidissime, in maniera impercettibile. Sono amici e conoscenti del diciannovenne ammazzato con un colpo di pistola, sono i ragazzi di Alatri che hanno fatto del silenzio il loro strumento per mettere l'accento su quanto accaduto. Un silenzio assordante che richiede la voce dei "grandi", chiamati a dire e, soprattutto, a fare.
Emanuele a pochi passi da qui nel 2017, Willy a Colleferro due anni fa, adesso Thomas: sangue versato da follia e violenza insensata, a cui bisogna dire basta.
Lo sport locale in lutto
La prima squadra dell'Alatri calcio e la formazione juniores verderosa hanno giocato, sabato e domenica, nel ricordo di Thomas. Quando sono scese in campo i giocatori indossavano una maglia con la foto del ragazzo, poi è stato osservato un minuto di silenzio, prima di dare il via agli incontri. Uno degli allenatori, Stefano Sarra, ha confidato alla stampa di essere sconvolto. Lo stesso Sarra è stato uno dei docenti di Thomas all'Iis "Sandro Pertini", percorso chimico-biologico: «Noi ormai siamo uno dei pochi baluardi per le giovani generazioni, lo sport deve e può aiutare questi ragazzi e dare loro delle chances. Abbiamo provato a chiedere di rinviare la partita ma non è stato possibile per le regole della Federazione. Quindi siamo scesi in campo anche per lui».
Nel pomeriggio di domenica la squadra dell'Alatri basket è passata sempre per via Liberio per lasciare un ennesimo fiore, prima di partire per una trasferta nella zona capitolina.
Thomas era un appassionato di sport, tifava Roma, spesso era presente allo stadio di Chiappitto e al Palazzetto dello Sport "Gianni Minnucci" per seguire le sorti delle squadre locali.