Vandalismo e inciviltà non risparmiano lo storico e pregevole monumento, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, a Ferentino, scolpito sulla roccia.
Un vero e proprio tesoro d'arte di grande pregio, da conservare accuratamente, considerando il valore inestimabile. Il viottolo che dall'ingresso in via Porta Maggiore accompagna a quella meraviglia, mercoledì mostrava profilattici, cicche e spinelli.
Inoltre i due fari puntati verso l'opera epigrafica, per essere illuminata, sono stati sbullonati e manomessi da ignoti e puntati verso la parte opposta, sulla vallata attraversata dalla Casilina, mentre il monumento è rimasto al buio più completo.
In più il peso degli anni sull'opera si fa sentire e se il Comune non provvederà con urgenza alla manutenzione e alla videosorveglianza, si rischierà di perderla pezzo dopo pezzo. È possibile notare un angolo lesionato e con pezzi di pietrisco mancanti. Occorre intervenire in fretta. Non è sufficiente purtroppo l'impegno e la passione di qualche singolo cittadino, come Franco Cecchetti del Gruppo Archeologico Volsco, che anche in questi giorni è impegnato nella pulizia e nell'eliminazione delle erbacce nell'area archeologica. Monumenti e turismo meritano più attenzioni in una città d'arte da parte delle amministrazioni comunali che si succedono a Ferentino.
Si tratta di un'opera di importanza mondiale e forse non tutti se ne rendono conto in città.
Il Testamento di Aulo Quintilio è una grande lapide epigrafica scolpita nella roccia, contenente il testamento di un importante cittadino della città vissuto in epoca romana, nel I secolo d.C. Tutto ciò si ricava da qualsiasi ricerca storica. Una edicola rettangolare al di sotto di un frontone triangolare che ne completa la decorazione ed è posta fuori Porta Casamari, su un terrazzo a cui si accede da una stradina. È un monumento rarissimo che si fa risalire all'epoca di Traiano (II sec. d.C.). Aulo Quintilio fu uno dei personaggi più in vista, quadrunviro per l'edilizia e la giustizia.