«Il 29 aprile 2023 non prendete impegni. Siete tutti invitati a festeggiare i miei 50 anni di giornalismo». Lo aveva ripetuto più volte la scorsa estate durante uno degli eventi da lui ideati. Il 29 aprile non festeggerà i cinquant'anni di carriera, ma quello che è riuscito a realizzare e a raccontare nella sua lunga vita professionale resterà per sempre scritto nero su bianco, come i suoi articoli, le sue rubriche, il suo "Eccidio settimanale", le sue pagelle. Perché lui, Egidio Cerelli, resterà per sempre uno che ha fatto la storia del giornalismo in provincia.
Ieri, alle 8.30, mentre nei bar si sorseggiava il caffé e si sfogliava il giornale, mentre si andava nelle edicole per leggere le notizie del giorno, il suo cuore ha smesso di battere in un letto dell'ospedale "Spaziani" di Frosinone, dove era ricoverato da diverse settimane. Aveva 76 anni e un lungo bagaglio di esperienze che ha tramandato a tanti giornalisti. Una carriera lunga la sua, fatta di impegno e sacrifici. Amava stare in mezzo alla strada a "fiutare" le notizie, a vedere con i suoi occhi ciò che poi avrebbe raccontato ai suoi lettori o telespettatori. Non amava attendere dietro la scrivania il comunicato stampa di turno. Cercava piuttosto di approfondire, di raccontare la verità, spesso con una penna pungente.
Aveva iniziato con "Il Messaggero". Il capo della redazione dell'epoca, Luciano Renna, lo aveva voluto come collaboratore. Per il primo servizio fu inviato a seguire una partita di calcio. E da quel calcio d'inizio di strada ne ha fatta davvero tanta nel mondo del giornalismo. Dalla cronaca alla politica, dalla cultura allo sport. Senza mai arrendersi, neanche quando la salute lo ha costretto a fermarsi per un po'. Ha continuato comunque a scrivere. Perché il suo amore per il "mestiere" era immenso.
Prima di cominciare a collaborare con il Corriere di Frosinone, di Amedeo Di Sora, diventa capo del personale e assistente del direttore in fabbrica, alla "Montebianco". Nel 1988 la sua firma compare sul numero zero di "Ciociaria Oggi", diretto da Umberto Celani. Dieci anni dopo un'altra data importante e l'inizio di una nuova avventura ricca di soddisfazioni con il quotidiano "La Provincia" dell'imprenditore Arnaldo Zeppieri, con cui era legato anche da una profonda amicizia. Negli ultimi anni ha collaborato con "Tu news" e la sua rubrica "Eccidio settimanale" era molto seguita.
Non solo la carta stampata, ma anche la radio e la tv sono state le sue compagne di vita.
Autore di memorabili radiocronache e telecronache del Frosinone calcio e del Basket Veroli, ha condiviso gioie e dolori delle due squadre. Era un volto ben noto ai telespettatori di Teleuniverso. E poi la musica, altra sua grande passione. Ha iniziato con il gruppo "Evergreen" per poi riuscire a portare a Veroli band importanti, tra cui "I Nomadi", e da ultimo il maestro Mogol con un concerto, insieme a Gianmarco Carroccia, organizzato dalla sua associazione "Verevent". Grande amico anche dello scenografo Gaetano Castelli.
Non solo giornalista, ma un vulcano di idee che è riuscito a organizzare manifestazioni che hanno dato lustro alla città, come la celebre mostra del ferro battuto. Tra i suoi ultimi eventi, il "Premio alla memoria" per ricordare personaggi illustri che hanno contribuito a portare in alto il nome della Ciociaria. E ora tra quei personaggi si aggiunge il suo nome.
I funerali oggi alle 15.30 nell'abbazia di Casamari, dove spesso suonava l'organo. Tanti i messaggi di cordoglio alla famiglia, alla moglie Assuntina, ai figli Danilo e Alfonso. Tra questi quello del sindaco Simone Cretaro a nome dell'amministrazione: «Perdiamo un grande giornalista e un concittadino che ha fatto tanto per la città. Condoglianze alla famiglia». "Non fiori ma offerte alla Caritas", si legge sul manifesto funebre. Perché Egidio aveva un grande cuore ed era sempre in prima linea per aiutare il prossimo. Ora, con la sua immancabile macchinetta fotografica che teneva sempre al collo e la sua sagace penna, continuerà a scrivere da Lassù.