Thomas non ce l'ha fatta. Purtroppo. Le flebili speranze di ripresa, sorte quando l'ospedale "San Camillo" di Roma aveva comunicato la presenza di una residua attività cerebrale, sono state cancellate del tutto da un'ulteriore nota diffusa poco le ore 12 di ieri. «Ripetendo il controllo elettroencefalografico, Thomas ha presentato le caratteristiche del coma irreversibile con elettroencefalogramma piatto per assenza di attività elettrica cerebrale. Trattandosi di paziente clinicamente morto, si è riunita una commissione medica aziendale per la certificazione della morte», recitava il comunicato.
È finita, dunque. E nel peggiore dei modi possibili.
La famiglia, a cominciare dalla madre Federica e dal padre Paolo, i parenti, gli amici, la città intera, si erano aggrappati a quell'esile filo, credendo nel miracolo. Un'illusione. Gravissime, disperate, infatti, erano le condizioni nelle quali il diciottenne era arrivato nel nosocomio romano, tant'è che si era parlato subito di decesso, poi smentito tra una ridda di voci. Infine, il drammatico epilogo certificato nella giornata di ieri, che ha aperto lo spazio alla disperazione, alla tristezza, alla rabbia, a quel dolore che si rinnova a distanza di quasi sei anni da un'altra drammatica morte, quella di Emanuele Morganti.
I commenti
Ovviamente, appena si è sparsa la notizia della morte, la reazione della città è stata immediata. L'aria lungo le strade si è riempita di nuovo di sgomento, di quella sensazione di vuoto che, per un attimo, si stava cercando di esorcizzare.
Sui social network non si parlava d'altro: tantissimi i messaggi di cordoglio, nel commentare la morte. A decine i post: «Vola Thomas, vola più in alto che puoi... Da lassù proteggi i tuoi cari. Condoglianze alla famiglia, non ci sono parole per una perdita così grande. Chi ha fatto questo deve pagare», scrive una signora. E un'altra utente di Facebook: «Non lo conoscevo, ma essendo una mamma mi unisco con grande dolore ai genitori per la perdita del carissimo Thomas. Sentite condoglianze a tutti i familiari per la scomparsa di un angelo meraviglioso».
Un'altra madre: «Non posso che essere scioccata da quanto è accaduto. Mi dispiace moltissimo, non è giusto morire così. Riposa in pace, ragazzo, e dai la forza alla tua famiglia per affrontare il futuro». E ancora: «Non si può perdere un figlio così. Che Dio vi dia la forza di proseguire. Una preghiera per chi aveva a cuore Thomas». Altri commenti, invece, sono stati decisamente più duri, anche feroci: da chi invocava giustizia immediata per gli autori del gesto a chi ha proferito parole irripetibili e pesanti contro la mano assassina che ha tolto la vita a Thomas.
Gli amici di Thomas
Molti ragazzi, nel tardo pomeriggio, si sono recati nel luogo dove il giovane è stato colpito per lasciare fiori e messaggi. Nei loro occhi lucidi le lacrime dell'incredulità e della sofferenza. Non ci sono più le barriere sistemate dai carabinieri e tutti possono accedere. Il vaso di fiori vicino alla scalinata che collega via Liberio con vicolo Orto Pecci è diventato un altro piccolo "santuario", dove depositare pensieri e oggetti, come accadde anni fa in piazza Regina Margherita, nel punto esatto in cui Emanuele Morganti venne massacrato di botte.
Altri ragazzi si sono ritrovati in un locale, non lontano dal luogo della sparatoria, per ricordare il "loro" Thomas tragicamente scomparso.
È sceso ormai il buio, le telecamere delle televisioni sono state spente, le vie si sono svuotate per far rientro a casa, il freddo è tanto, si fa sentire ed avvolge le ossa. Si è appena schiusa un'altra giornata pesante per la città, un'altra giornata difficile dallo scorso lunedì. Alatri è tornata a piangere una giovane esistenza stroncata dalla follia. È il momento del cordoglio, del silenzio e del rispetto.