Dopo l'esclusione delle liste a sostegno del candidato presidente Fabrizio Pignalberi, presentato il ricorso al Tar.
Al tribunale amministrativo di Latina è arrivato il ricorso presentato dalla lista Pignalberi presidente. Questo dopo che la commissione elettorale e la Corte d'appello (che ha giudicato inammissible il ricorso) avevano ricusato le liste "Pignalberi presidente" e "4° polo per l'Italia".
Pignalberi che si dice «tranquillo», in una diretta Facebook, e ancora in corsa per la presidenza della Regione, «non ha fatto un passo indietro» e ora punta a ottenere la riammissione delle liste. Nel ricorso al Tar di Latina scrive che «l'ufficio centrale di Frosinone precisava che è in corso un'indagine nei confronti degli avvocati che hanno provveduto ad autenticare le firme e da tale circostanza risulterebbero 248 firme non valide». Quindi, giovedì, «la commissione dichiarava ricusata la lista Pignalberi presidente poiché escludendo 248 firme (oggetto d'indagine) la stessa non superava il numero minimo di 1.000 al fine della sua validità». Nel ricorso si evidenzia «che va compreso se le firme oggetto di indagine sono 248 o 218 poiché nella notifica viene riportato 248 e nell'ordinanza dell'avvocato viene indicato 218».
Il ricorso prosegue così: «se pur si volessero escludere 248 firme appartenenti al Comune di Serrone, la lista supera comunque il numero minimo dei sottoscrittori validi essendo 1.131, aggiungendo anche due certificati cumulativi del Comune di Cassino e quello di Piglio». Nel ricorso si fa riferimento anche a «1.200 certificati in più ricevuti, ma mai richiesti» al Comune di Serrone ciò per sostenere che «molte firme scartate realmente non fanno parte degli atti separati».
Secondo i proponenti il ricorso, lo stesso Fabrizio Pignalberi e Claudio Iori (delegato alla presentazione della lista), «i documenti considerati viziati o oggetto di indagine non fanno scendere il numero minimo richiesto per la validità della lista». Da qui la richiesta di riammissione della lista Pignalberi presidente oppure, in subordine, «la riconta dei certificati». Sulla presentazione delle liste, la procura di Frosinone ha aperto un'indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Frosinone che hanno effettuato una serie di acquisizioni documentali. Secondo quanto emerso finora, tutte le firme soggette a verifica sarebbero state considerate false. Da qui non solo l'esclusione delle due liste, perché prive del numero minimo di sottoscrittori, ma anche un'ordinanza interdittiva emessa dal gip del tribunale di Frosinone con sospensione per 12 mesi dall'attività di avvocato dei due professionisti, dei fori di Frosinone e Latina, che avrebbero autenticato le firme ritenute false dalla procura.
Nel corso degli accertamenti, fatti a tempo di record, sarebbero emerse incongruenze, la prima sulla similitudine delle firme esaminate, rilevata dalla commissione elettorale, che, secondo il gip farebbero pensare che siano «apparentemente riconducibili alla stessa mano». Non solo, il gip scrive di «un numero rilevantissimo di firme false non riferibili agli elettori gran parte dei quali cittadini del Comune di Serrone».