Processo per false tessere elettorali per il voto assistito, scaturito dopo le elezioni comunali di Torrice del giugno 2018. Nell'udienza di venerdì scorso sono stati ascoltati gli ufficiali dei carabinieri che avevano effettuato gli interrogatori. Dodici gli accertamenti. A giudizio Fabrizio De Santis e Luca Uremi, all'epoca dei fatti vicesindaco e responsabile dell'ufficio elettorale.

L'udienza
Dall'udienza dell'altro ieri sarebbe emerso che di questi accertamenti in cinque casi è stato riscontrato che c'erano persone che avevano menomazione, in altri sette casi non è stato possibile ascoltare le persone interessate perché a distanza di tre mesi dalle elezioni, quando la polizia giudiziaria si è recata nelle loro abitazioni erano in condizione di menomazione anche di carattere psicologica tali da impedire la rappresentazione del voto. Tra di loro due anziani sono stati trovati nel loro letto incapaci di interagire con la polizia giudiziaria. Nella prossima udienza saranno ascoltati altri testimoni che dovranno riferire in che condizione fossero i loro parenti quando sono stati accompagnati e perché è stato chiesto il voto assistito. Le elezioni erano state annullate dal Consiglio di Stato per gravi irregolarità e illegittimità accertate dal supremo organo di giustizia amministrativa. Oltre al ricorso amministrativo l'avvocato Alfonso Santangeli, attuale sindaco di Torrice, insieme alla sua lista e ai rappresentanti di lista, presentò un esposto alla Procura della Repubblica, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Fabrizio De Santis e Luca Uremi, all'epoca dei fatti, come detto, vicesindaco e responsabile dell'ufficio elettorale. Gli imputati sono difesi dall'avvocato Domenico Marzi, mentre le parti civili si sono rivolte all'avvocato Nicola Ottaviani.