Omissione d'atti d'ufficio. È questa l'accusa nel processo che ieri si è aperto a carico dei dirigenti del Comune di Frosinone Vincenzo Giannotti e Elio Noce, quest'ultimo ora in pensione. A denunciarli, nell'ambito dei alcuni procedimenti penali e civili per i quali aveva fatto delle richieste di accesso agli atti, è stato un altro ex dirigente comunale, l'architetto Francesco Acanfora. Lo scorso marzo, il gip del tribunale di Frosinone Ida Logoluso, su richiesta del pubblico ministero Vittorio Misiti, aveva emesso un decreto penale di condanna, alla pena di 250 euro, nei confronti di Giannotti e Noce. Questi ultimi hanno presentato opposizione.

E così, ieri, il caso è approdato sul tavolo del giudice monocratico Aurora Gallo per la trattazione in tribunale del caso. Giannotti e Noce sono assistiti dagli avvocati Vincenzo Galione e Vincenzo Pastorino, mentre Acanfora, in qualità di persona offesa, si è costituito parte civile attraverso gli avvocati Antonino e Calogero Nobile. Acanfora, nell'ambito della causa di lavoro promossa per impugnare il licenziamento subito da parte del Comune, e dei processi per la discarica di via Le Lame (per la quale la scorsa settimana, peraltro, è stato assolto) e per la frana del viadotto Biondi, in modo da potersi difendere in giudizio, aveva inviato al Comune una serie di richieste di documenti.

Ma, secondo la sua denuncia, il Comune non avrebbe esibito tutti gli atti da lui richiesti. In modo particolare la controversia in essere è relativa a una richiesta di accesso agli atti «motivata da esplicita finalità di giustizia e corredata da diffida» avanzata il 1° novembre 2018 con all'oggetto l'intervento sull'ex discarica di via Le Lame. I due tecnici sono accusati, pertanto, di non aver compiuto «atti del proprio ufficio» e di non aver risposto «per esporre le ragioni del ritardo».

I fatti in contestazione sono riferiti al periodo che va fino al 28 gennaio 2021. Dopo l'emissione del decreto penale di condanna e la relativa impugnazione dei difensori dei due dirigenti, il processo si è aperto ieri davanti al giudice monocratico. Ammesse le prove, il magistrato ha rinviato la causa al prossimo 22 maggio quando saranno sentiti i primi testi, altri due dirigenti del Comune di Frosinone che dovranno riferire sulla richiesta di accesso agli atti promossa dall'architetto Acanfora sul caso dell'ex discarica di via Le Lame.