Cartelli, canti e girotondi. Ma anche amarezza e lacrime. Si è snodata così la protesta dei genitori e dei piccoli allievi dell'istituto paritario Beata Maria De Mattias di Frosinone.
Ieri, nonostante fosse domenica, il piazzale della scuola di via Monteverdi si è animato e colorato della protesta in atto per scongiurare la chiusura, dal prossimo anno scolastico, della scuola che comprende sezione primavera, primaria e infanzia per un totale di 135 studenti. I piccoli con la loro voce, e qualche lacrima, accompagnati dai genitori, hanno voluto testimoniare l'attaccamento alla scuola. E tra le immagini a stridere è lo striscione, ancora esposto, che, lo scorso mese, annunciava l'open day dell'istituto, un evento volto a far conoscere la scuola ai nuovi iscritti. Nuovi iscritti che, se non ci sarà una retromarcia delle suore, non ci saranno. Gli attuali iscritti, invece, hanno portato cartelli scritti a mano per dire che "La nostra scuola non chiuderà", "Non toccate la nostra scuola", "Giù le mani dalla nostra scuola".
Intanto, Diaconia si fa avanti in maniera decisa. Il direttore Loreto D'Emilio scrive: «Va garantita ai bambini la continuità del progetto educativo. La scuola Beat Maria De Mattias non va chiusa. Va preservata, Diaconia, ente gestore della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, era ed è pronta con l'unico progetto che può assicurare questo obiettivo. Lo abbiamo fatto, senza guardare ai conti, con la scuola Madre Caterina Troiani. Ed è per questo che siamo pronti a farlo ancora. È la missione di Diaconia». In un altro post D'Emilio aggiunge: «La scuola Beata Maria De Mattias deve vedere scongiurata la chiusura. Va aperto un tavolo di crisi aziendale. Alle docenti, ai docenti, a tutti i lavoratori della scuola che hanno famiglia ci pensa qualcuno? Diaconia ha pronto il progetto».
Intanto, l'avvocato Filippo Misserville, genitore di uno degli iscritti ha inviato una lettera a papa Francesco: «Non possiamo che prendere atto di una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno, ben consapevoli che stiamo vivendo tempi difficili; però non possiamo nascondere l'amarezza della sensazione che la struttura scolastica potrebbe essere destinata a scopi non più educativi, ma commerciali, e che ciò possa aver influenzato tale decisione in maniera determinante. I nostri bambini sono fortunati perché, anche se le loro classi verranno disperse e perderanno il punto di riferimento rappresentato dalle loro maestre, in ogni caso avranno sempre garantito quel diritto all'istruzione che altrove non lo è; però lei, da membro di quella Compagnia di Gesù che tanto ha dato all'educazione, alla scienza e alla cultura, potrà comprendere più di ogni altro la delusione nostra e degli insegnanti di una scuola che per tanti anni è stato riferimento di un territorio così intimamente legato alla Chiesa e alla sua storia.
Le scrivo questa lettera nel giorno dell'onomastico di mia figlia Bianca, che ha appena 6 anni, e nell'anniversario della morte di mio padre Romano; Bianca è nata a sua volta il 9 agosto, proprio nel giorno in cui si ricorda San Romano. A Dio tutto è possibile. E mi rivolgo alla sua attenzione anche in memoria di mio zio padre Guglielmo Misserville, il quale fu prefetto del collegio dei Gesuiti di Mondragone: lo dico per significare che nella mia mente è sempre vivo l'ammonimento di Sant'Ignazio, per cui "fa' come se tutto dipendesse da te, sapendo che in realtà tutto dipende da Dio"».