A meno di un colpo di scena, presto per Giuseppe Ruggiero sarà dichiarata ufficialmente la morte presunta. Ma questo non significa che la famiglia abbia accettato quanto emerso dalle indagini e continua a cercare il corpo dell'anziano scomparso dall'altopiano di Vallaurea, sulla montagna tra Coreno Ausonio, il suo paese, e Vallemaio, il 15 maggio 2011, quando aveva ottantatré anni.

Il legale della famiglia Ruggiero, l'avvocato Emanuela Di Marco, ha presentato domanda di dichiarazione di morte presunta, a seguito della quale il giudice del tribunale di Cassino ne ha ordinato la pubblicazione su alcuni quotidiani locali. Decorsi sei mesi dall'ultima pubblicazione sui giornali che avverrà domenica 15 gennaio 2023, senza che nel frattempo ci siano state notizie di esistenza in vita di "zio Peppuccio", il giudice fisserà un'apposita udienza per procedere alla dichiarazione di morte presunta. Una procedura che prende atto che nessuno ha dato prova dell'esistenza in vita dell'anziano, decorsi dieci anni da quel fatale 15 maggio.

«Si tratta di una procedura civilistica – ha spiegato l'avvocato Emanuela Di Marco - che serve a fini successori e pensionistici per esempio, che serve a sistemare aspetti burocratici non di secondo piano, se si considera che Giuseppe Ruggiero ha ricevuto presso la sua abitazione perfino la multa per non essersi sottoposto alla vaccinazione anti Covid-19. Ma assolutamente in nessun caso – ha precisato il legale – significa accettazione da parte della famiglia di quanto emerso dalle indagini e dalle ricerche effettuate a suo tempo che hanno portato all'archiviazione del caso. Stiamo lavorando per presentare un'istanza per la riapertura delle indagini perché la famiglia non si arrende, non crede alla morte per incidente, ma protende più per omicidio e occultamento di cadavere, per questo continua a cercare il corpo che naturalmente, oltre a dare una relativa "pace" ai cari, potrebbe fornire tutte le risposte».

Zio Peppuccio, all'anagrafe Giuseppe Ruggiero, di recente ha trovato "ospitalità" nella casa comunale di Coreno Ausonio, dove campeggia una foto che ritrae la simpatica faccia dell'anziano sparito nel 2011 e gli ultimi due scatti che risalgono a qualche ora prima della scomparsa, avvenuta mentre passeggiava sul pianoro di Vallaurea. "Per continuare così a vivere nei nostri cuori", ha detto il figlio Antonio, profondamente segnato dalla vicenda, tanto che da anni è impegnato in prima linea nell'associazione "Penelope" non solo per ritrovare il padre ma anche per dare voce alle migliaia di scomparsi italiani.

Era la terza domenica di maggio del 2011, non una domenica qualunque per Coreno, ma quella in cui il paese intero si ritrova presso il monumento di Marinaranne in montagna per commemorare i caduti di tutte le guerre nell'anniversario della liberazione dai tedeschi, quando "zio Peppuccio" fu visto salire in sella al suo motorino: qualcuno scattò anche una foto, l'ultima, che lo ritrae allegro mentre raggiunge le amate vallate. Il suo autore non poteva sapere che in poche ore sarebbe diventata tanto preziosa. L'unica cosa che resta di quel giorno e dell'anziano è quel motorino, trovato abbandonato in una vallata.