Ancora roghi tossici nelle periferie di Cassino. Le segnalazioni inoltrate dai cittadini alle associazioni ambientaliste sono continue. E ogni volta che una segnalazione arriva, l'aria diventa irrespirabile per un raggio d'azione di diversi chilometri. Così Cassino continua a restare tra le città con una percentuale di polveri sottili altissima, tra le più inquinate d'Italia.
A far tremare i polsi, l'altra sera, è stato l'incendio di rifiuti in via Garigliano in un'area adiacente al luogo dove mercoledì mattina sono stati apposti i sigilli a una delle discariche abusive più grandi e discusse.

Intorno alle 18 dell'altra sera i primi "focolai": subito è partita la chiamata alla polizia municipale e ai vigili del fuoco da parte dell'Ansmi, dopo le segnalazioni dei residenti. E la task force immediatamente era sul posto. È stato proprio il tempestivo intervento a evitare il peggio: le fiamme sono state domate e a ridursi in cenere, alla fine, è stato principalmente un divano e altro materiale lì accanto. Il fuoco non ha coinvolto né l'area sequestrata né gli pneumatici sparsi nella zona. Ma è facile comprendere come solo qualche altro minuto e la situazione sarebbe diventata incontrollabile e pericolosa.

Poche ore prima, proprio a due passi dal rogo di probabile matrice dolosa, è scattata una operazione antidegrado: gli agenti della municipale coordinati dal comandante Pasquale Pugliese, con il supporto dei carabinieri, hanno messo i sigilli a una vasta area divenuta nel tempo una discarica a cielo aperto, tra immondizia e topi, a un passo da scuole e fermate dei bus. E non si può escludere che quel rogo sia stato appiccato per mandare in fumo tutta quella montagna di materiale indistinto.
Ieri altre segnalazioni, di piccoli focolai, a rinsaldare l'idea che il problema sia culturale nonostante le tante operazioni poste in essere e la campagna informativa sulla pericolosità delle esalazioni. Il 2023 si apre, sul fronte dei roghi, con lo stesso piglio dello scorso anno.