L'udienza di convalida per il "pirata" della strada accusato della morte di Diana Maria Zaharie c'era stata a ottobre scorso. Misura non convalidata e remissione in libertà senza misure. La procura ha presentato appello, chiedendo invece per il quarantaquattrenne di Sant'Elia gli arresti domiciliari. E ora è stata fissata l'udienza in camera di consiglio per trattare l'impugnazione cautelare nell'interesse del "pirata". Se ne discuterà a Roma il prossimo 24 gennaio.

La giovane artista rumena, lo ricordiamo, è deceduta a 23 anni sulla Cassino-Sora all'alba dello scorso 12 settembre. Morta sul colpo a causa delle ferite riportate nell'impatto. Dopo esattamente diciotto giorni di indagini serrate, i carabinieri della Compagnia di Cassino hanno chiuso il cerchio. E hanno indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso un uomo di 44 anni, residente a Sant'Elia. Che era stato posto in stato di fermo, dopo aver ammesso la propria colpa.

Il quarantaquattrenne, assistito dagli avvocati Antonio Ceccani ed Emilio Roncone, quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta ha vuotato il sacco. E ha chiesto scusa. Scusa alla giustizia, scusa alla famiglia della ragazza che non voleva uccidere, ma che non sarebbe riuscito a evitare. Un rimorso profondo, quello che il giovane ha mostrato davanti al giudice, alla presenza dei suoi legali. La dottoressa Casinelli ha ascoltato le sue parole, poi ha deciso: misura non convalidata e remissione in libertà senza misure. Per il giudice non ci sarebbe stato il pericolo di reiterazione del reato né di fuga. L'operaio, incensurato e dalla vita irreprensibile, ha raccontato tutti i momenti terribili dell'investimento e i giorni trascorsi in bilico tra la voglia di presentarsi in caserma e la paura di farlo.