Si sono approfittati di una disabile. E le hanno svuotato il conto di un milione e duecentomila euro. Tre persone, due donne e un uomo, una sessantenne di Maenza, un sessantaquattrenne e una sessantenne di Villa Santo Stefano, sono finite nei guai nel 2017 accusati di aver approfittato di una disabile. Nei giorni scorsi la sentenza per la causa penale: il reato contestato è stato estinto per intervenuta prescrizione. Resta aperta la causa civile.

Per i tre scattò il sequestro conservativo dei beni, tra cui anche due appartamenti a Roma, per un controvalore di un milione di euro. La vittima, che lavorava come ausiliaria in un ospedale di Roma, nel 2004 si sottopone a un banale intervento chirurgico al menisco. L'operazione va bene, ma la donna contrae un'infezione post operatoria che le provoca una setticemia e una paralisi degli arti inferiori. La donna finisce così su una sedia a rotella. Comincia una nuova vita che, nel 2008, ha una svolta: un risarcimento da 1.200.000 euro pagato dall'assicurazione. Lei vive insieme a due colleghe.

Una di queste, la sessantenne di Villa Santo Stefano, si propone di aiutarla e di assisterla. Con la scusa di accudirla, la collega chiede di avere a disposizione il conto dell'amica, la sessantenne di Maenza. Questa si fida e ne apre uno cointestato su cui confluisce il denaro ricevuto dall'assicurazione. Ma, in base alle indagini della Guardia di finanza, nell'arco di tre anni il contro viene azzerato attraverso prelievi, bonifici e giroconti effettuati dai tre. L'uomo e l'altra donna di Maenza gestivano il conto insieme alla collega della vittima.

Proprio alla coppia era stata affidata poi la disabile per assistenza e alloggio. Successivamente una donna amica dell'invalida la convinse ad andare via e da lì scattarono la denuncia e l'iter giudiziario.
L'accusa, quindi, per i tre, di aver approfittato di una disabile. L'altro ieri la sentenza e la prescrizione. La causa civile non si è ancora conclusa e la collega sessantenne ha dovuto nel tempo risarcire la vittima. Nel collegio difensivo gli avvocati Sandro Pucci e Nicola Santoro.