La notte in cui fu ucciso Willy Monteiro Duarte, veniva ferito l'amico Samuele Cenciarelli. E ora mentre per l'omicidio è arrivata la fissazione del processo d'appello, per l'altro fatto, con la contestazione di lesioni volontarie lieve aggravate dai futili motivi, la procura di Velletri ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico degli stessi quattro ragazzi di Artena, già condannati in primo grado dalla Corte d'assise di Frosinone, per l'omicidio del giovane cuoco di Paliano.

L'avviso è arrivato nelle carceri dove attualmente sono detenuti i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli, mentre Francesco Belleggia si trova agli arresti domiciliari. Ora i quattro avranno venti giorni per presentare memorie difensive o farsi interrogare. La vicenda risale sempre alla notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. Quando Willy veniva colpito, Cenciarelli tentò di aiutarlo, venendo a sua volta aggredito. Intorno a dicembre, Cenciarelli, che quella sera si fece refertare al pronto soccorso, presentò una querela. Inizialmente, il caso era approdato davanti al giudice di pace, ma successivamente è stato ritenuto più grave e meritevole dell'attenzione del giudice monocratico. Ora la procura di Velletri, chiuse le indagini, si appresta a sostenere in aula le nuove accuse nei confronti del gruppo di Artena.

Le difese dei quattro, a loro volta, fanno leva sul fatto che la persona offesa ha reso più ricostruzioni di quella notte, non sempre tra loro compatibili, in ospedale, nella querela e nella deposizione resa in aula a Frosinone nel processo Willy. In quella sede, disse: «Mentre stavamo andando verso la macchina qualcuno, non so dire chi, ha sferrato un calcio a Willy. Mi sono buttato su di lui per proteggerlo, ma sono stato colpito anche io, sempre con un calcio, all'altezza della gola. Sono finito a terra ma sono riuscito e vedere il mio amico che veniva aggredito in continuazione da quattro persone... Ho visto un calcio sferrato al torace di Willy, da uno dei due ragazzi già presenti (e dunque non i Bianchi, a differenza di quanto riferito dagli altri testi, ndr), che lo ha fatto finire contro una macchina. E ogni volta che provava a rialzarsi, veniva picchiato brutalmente».

Subito dopo la sentenza di primo grado Cenciarelli aveva commentato: «Willy è stato un esempio di coraggio e amicizia. Mi ha salvato la vita. Non deve essere dimenticato il suo gesto. Quella notte i quattro li ho visti infierire». Nelle motivazioni delle condanne di primo grado (ergastolo per i Bianchi, 23 anni per Belleggia e 21 per Pincarelli) la Corte d'assise di Frosinone, dubito dopo il primo colpo subito da Willy, ricostruisce così la scena: «il tentativo del povero ragazzo di rialzarsi veniva respinto dapprima con un pugno del medesimo Gabriele Bianchi mentre il fratello con un calcio neutralizzava il tentativo di Cenciarelli di correre in aiuto di Willy». Nel ricorso in appello la difesa di Marco Bianchi non si spiega come, se Marco fosse stato «una sorta di macchina da guerra», Cenciarelli, colpito anch'egli, abbia riportato solo «ferite trascurabili». Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Vito Perugini, Loredana Mazzenga, Vanina Zaru, Valerio Spigarelli e Ippolita Naso.