Via Verdi, via Don Minzoni, viale Grecia, via Casilina Nord, piazza Beata Maria De Mattias, via Del Cipresso e Corso Francia. Sette piazze di spaccio smantellate nel capoluogo il 3 dicembre dello scorso anno dai carabinieri. Seven ovvero sette in inglese. Questo il nome dell'operazione che ha fatto finire ventidue persone nel mirino del Nucleo investigativo di Frosinone, quattordici delle quali all'epoca arrestate.

Ieri la sentenza per gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato. Inflitti 5 anni a Durac Miliard, 2 anni per Christian Iaboni, Gessica Cupido, Salvatore Presti e Giovanni Magale, sei mesi per Enea Muca. Quest'ultimi due scarcerati. In carcere resta Salvatore Presti, gli altri ai domiciliari. Nelle scorse udienze la procura aveva sollecitato condanne a 9 anni per Miliard, a 7 anni per Iaboni, a 5 anni per Cupido, Muca e Magale, a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni per Presti. Per la maggior parte riconosciuta l'ipotesi di lieve spaccio.

Gli imputati sono finiti nei guai per il reato di spaccio di droga (cocaina e crack). Sennonché le difese su questo punto hanno formulato diverse obiezioni: in primis come non vi sia certezza sul numero degli assuntori clienti delle piazze di spaccio. Solo pochi di questi - hanno osservato gli avvocati della difesa - sono stati fermati e hanno rilasciato dichiarazioni accusatorie. Hanno rilevato pure che le indagini sono durate pochi mesi e che nel mentre non sono stati effettuati arresti in flagranza.

Il tutto per ribaltare l'assunto del pm di un'attività gestita in modo imprenditoriale. L'operatività delle piazze di spaccio - secondo la ricostruzione dei carabinieri - era garantita 24 ore su 24 ore per un incasso medio giornaliero di 15.000 euro e mensile di 450.000. Le comunicazioni avvenivano sui canali informatici (Whatsapp Instagram, Messenger), con un linguaggio criptico ("birre", "bulloni", "ruote di scorta") per non farsi intercettare. Ieri la sentenza per sei delle ventuno persone finite nell'operazione a dicembre del 2021. Nel collegio difensivo gli avvocati Riccardo Masecchia, Marco Maietta, Luigi Tozzi e Nicola Ottaviani e Michele Salvatori.