Sventata la truffa del falso nipote. Proprio mentre un'anziana donna veniva raggirata all'esterno dell'ufficio postale dello Scalo sono intervenuti i carabinieri, allertati dal figlio di lei, e hanno arrestato un uomo di 33 anni proveniente dalla Campania. L'arresto, per il reato di truffa aggravata, è stato convalidato, mentre il processo sarà celebrato a marzo.
Tutto inizia con una telefonata. Un uomo si presenta come nipote dell'anziana, inizia a pressarla per farsi dare 4.000 euro. Si tratta - a dire dell'uomo - di una somma necessaria per il pagamento di una multa. Le parole convincono la donna a uscire di casa per andare a prelevare la somma, che la stessa non aveva in casa, all'ufficio postale di via Mascagni.
Nel frattempo, per fortuna della donna, il figlio rientra a casa e si insospettisce per l'assenza della genitrice tanto più perché nota alcuni cassetti rovistati, e che alcuni monili in oro sono stati presi e poggiati su un tavolo. L'uomo chiama subito il 112 e descrive la situazione che ha trovato. L'operatore pensa subito a una truffa ai danni dell'anziana, secondo un cliché ben collaudato che vuole uno sconosciuto spacciarsi per un parente in difficoltà e in cerca, subito, di soldi in contanti, ma anche di gioielli in alternativa. Così, vengono inviate le pattuglie del Nucleo radiomobile ma anche delle stazioni di Frosinone, Frosinone Scalo e Ripi nei pressi degli uffici postali della zona bassa.
La speranza è quella di intercettare il truffatore prima che abbia messo a segno il colpo. Ovvero prima che la donna, dopo aver prelevato il contante dal conto corrente, lo consegni al truffatore.
Così un equipaggio del Nucleo radiomobile individua vicino alle Poste di via Mascagni, una signora, in evidente stato di agitazione, in compagnia di un giovane. Quest'ultimo alla vista dei carabinieri provava ad allontanarsi, ma senza fare troppa strada. Viene così bloccato dai militari dell'Arma un trentatreenne campano. L'uomo è trovato in possesso dell'intera somma prelevata dal conto corrente della vittima, motivo per il quale è tratto in arresto in flagranza di reato.
Portato in tribunale per la direttissima, dopo la convalida dell'arresto, vengono chiesti dall'avvocato i termini a difesa ragion per cui il processo è stato aggiornato a marzo.