L'onda lunga della pandemia affligge ancora le famiglie del Frusinate, causando disagi economici che richiedono un intervento decisivo da parte della Caritas. Il quadro è emerso, ieri mattina, nel corso della presentazione, svoltasi nella curia vescovile, del rapporto 2021 dell'"Osservatorio Caritas povertà e risorse".

La situazione generale
Un rapporto diverso dagli anni precedenti perché, nonostante il contesto sia lo stesso, e si riferisce al territorio della Diocesi di Frosinone Veroli Ferentino, cambia radicalmente l'approccio di analisi utilizzato. A detta di Marco Toti, direttore della Caritas Diocesana di Frosinone, il dossier 2021 vuole essere più qualitativo che meramente quantitativo. Parlare di numeri è importante e fondamentale per fornire un' istantanea oggettiva della situazione oggetto di indagine, ma per Toti «dietro i numeri ci sono le persone». E le persone di cui parla sono 6.655 e sono parte delle 2.168 famiglie che sono state aiutate nel 2021. Se il numero è talmente alto da stupire di per sé, il dato che sconcerta è che paragonando le famiglie bisognose a quelle del 2019 c'è stato un aumento del 155%. Aumento segnalato dall'Osservatorio già nel 2020 quando 2.120 nuclei familiari avevano chiesto aiuto, a fronte degli 850 dell'anno prima. Nonostante un'economia generale in ripresa, a seguito della situazione pandemica, le inefficaci strategie sociali dimostrano che la povertà nel 2021 è ancora la stessa, se non peggiorata, dell'anno precedente in cui eravamo nel pieno della pandemia. Guardando qualitativamente al numero, mentre nel 2020 le famiglie italiane erano i 2/3 del totale, nel 2021 l'incidenza è scesa al 57%: sono infatti 1.236 le famiglie italiane e 932 quelle straniere. Se le prime hanno un reddito medio più alto, le seconde non riescono spesso ad accedere ai sussidi e agli aiuti pubblici. Un esempio è il reddito di cittadinanza che richiede alle famiglie straniere di dimostrare almeno dieci anni di residenza stabile in Italia. Un altro dato qualitativo che colpisce è relativo al profilo delle famiglie che, dallo scoppio della pandemia in poi, è mutato considerevolmente comprendendo tutti coloro che non avevano mai fatto ricorso ad alcun tipo di assistenza. Tra le categorie del 2021, che hanno confermato la tendenza del 2020, nella richiesta di beni, ma soprattutto servizi quali il pagamento delle utenze energetiche, tutti i lavoratori con contratti a tempo determinato non più rinnovati, piccoli artigiani e piccoli imprenditori. La pandemia è stata quindi un vero catalizzatore dell'accesso alla rete di aiuti per persone che non avevano mai partecipato prima alle forme di sostegno. «I nove centri di ascolto attivi nella diocesi di Frosinone, che si trovano ad Amaseno, Castro dei Volsci, Ceccano, Ferentino, Frosinone, Monte San Giovanni Campano e Ripi, con gli oltre trenta volontari sono stati un importante punto di riferimento per le famiglie più fragili del territorio» ha dichiarato il direttore della Caritas Diocesana Marco Toti ribadendo che se il dato numerico è impressionante, bisogna prestare attenzione più che al numero alle persone concrete, ai bambini, agli anziani, alle madri e ai padri di famiglia. Tra loro tanti si rivolgono anche alla mensa di viale Mazzini, gestita dai volontari della Comunità di Sant'Egidio di Frosinone.

La mensa diocesana
Inaugurata nel 2014, è aperta tre giorni a settimana e ospita in media cinquanta ospiti a settimana. Nel 2021 però il dato è stato ben superiore alla media con 7.800 pasti erogati. Anche in questo settore gli italiani sono aumentati rispetto al periodo pre-pandemico: sessantasette sono stati gli ospiti italiani a fronte di quarantanove stranieri, per la maggior parte provenienti da Tunisia e Marocco.

Il dormitorio
In continuità con l'anno precedente anche nel 2021 le richieste di accoglienza per mancanza di alloggio sono state superiori alle possibilità. Il dormitorio di Ceccano ad esempio è riuscito ad ospitare novanta persone, per la maggior parte tra i diciotto e i trentacinque anni. Si tratta nella maggior parte dei casi di minori non accompagnati usciti ormai dal circuito delle case famiglia per la maggiore età e di persone senza fissa dimora. Interessante a tal proposito è anche il co-housing che permette agli ospiti di responsabilizzarsi convivendo nel centro predisposto seguito dagli operatori.

La raccolta alimentare
Come è ormai consuetudine da diversi anni, torna oggi la raccolta alimentare che anticipa il Natale promossa dalla Caritas Diocesana con l'ausilio delle oltre cinquanta parrocchie. «Destinata a chi non riesce a mettere insieme colazione pranzo e cena, la raccolta - ha dichiarato Marco Toti - non sarà forse la soluzione a tutti i problemi alimentari, ma è un grande sostegno per chi veramente non riesce a mangiare- aggiungendo - Il segnale che vogliamo dare è quello di una vicinanza tangibile e fare dei doni, con l'arrivo del Natale, acquisisce ancora più valore». Se recuperare gli alimenti strettamente necessari per le persone in difficoltà è il primo obiettivo della raccolta, non è meno importante mettere in luce il sistema della carità affinché sempre più persone possan focalizzare il problema. «Siamo un territorio in cui la gente ha nel cuore il bene e vuole esprimerlo - ha detto il vescovo Ambrogio Spreafico, aggiungendo che - sono proprio le iniziative come la raccolta alimentare a mostrare che se si indica una via per far del bene alle persone, queste sono disponibili». In tanti hanno volontà di impegnarsi, ma spesso non trovano i canali giusti. Un canale che unisce la Caritas, le comunità parrocchiali, le scuole e tutti i volontari che si interessano mette in moto un sistema relazionale che, diventando visibile, si autoalimenta. Il valore della prossimità, della vicinanza concreta alle persone, torna centrale grazie alle iniziative come questa che riescono a fidelizzare sempre più persone creando una rete sempre più fitta.