Attraversano la strada davanti alle auto, rovistano nei cassonetti della spazzatura e sono vicinissimi alle abitazioni private. Una vera e propria invasione quella dei cinghiali che ormai vivono in città indisturbati. Dalla parte alta a quella bassa, strade centrali o di periferia: intere famiglie a spasso nel capoluogo in tutte le ore del giorno. Un pericolo costante al quale i cittadini di Frosinone sono esposti ogni giorno.

«Servono battute di caccia mirate per fronteggiare l'emergenza – ha detto Renato Antonucci, delegato regionale ai rapporti istituzionali dell'associazione dei migratoristi italiani (Anuu) – Con un piano di distribuzione della carne anche sotto forma di volontariato». Danni enormi che purtroppo stanno colpendo tutto il territorio nazionale. Secondo una stima della Coldiretti ci sono milioni e milioni di euro di danni a imprese. Sono oltre 2 milioni i cinghiali presenti in Italia con una stima di sopportabilità di circa 400 mila. E sono presenti più nei centri urbani che nelle campagne, attratti purtroppo anche dall'immondizia. Con diversi danni alle persone: due mila feriti più o meno gravi e circa cento morti all'anno. È un'emergenza alla quale bisognerà trovare una soluzione al più presto.

Un pericolo per tutti
«Una situazione sfuggita forse un po' troppo di mano dalle varie squadre di caccia presenti sul territorio provinciale – ha spiegato Antonucci – Negli anni hanno lanciato troppa selvaggina per cacciare il più possibile e oggi il risultato è questo». Per arginare il problema servirebbe un piano mirato e per fare questo innanzitutto si dovrebbe partire dalle associazioni. «Per risolvere la questione dei cinghiali bisognerebbe oscurare immediatamente le associazioni territoriali di caccia, le cosiddette Atc che nella regione Lazio sono dieci – ha continuato il delegato – Dopodiché il passo successivo da fare sarà quello di ricostituire immediatamente i comitati tecnici faunistici provinciali a costo zero. Con un solo rappresentante di ogni associazione legalmente riconosciuta e che abbia svolto attività secondo quanto stabilito dal proprio statuto». Un altro problema che influisce è la presenza sempre più bassa di cacciatori. Di anno in anno scendono sempre di più e sono sempre meno i cacciatori che rinnovano il tesseramento. «Un piano di abbattimento mirato – ha evidenziato Antonucci – potrebbe sicuramente contribuire al ritorno dell'utilizzo di una passione che è la più antica del mondo». Una pratica quindi che con gli anni è scesa e oggi si fa fatica anche per questo motivo ad arginare il problema. Il delegato Anuu ha aggiunto anche che si dovrebbe mettere mano alla legge regionale che regolamenta la caccia al cinghiale. «L'apertura della battuta di caccia è prevista alle 9, ma è un orario troppo tardi che fa perdere minuti preziosi – ha spiegato – Dovrebbe iniziare almeno alle 7».

Le proposte sul tavolo
Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento in manovra legge di bilancio che prevede gli abbattimenti di fauna selvatica, anche per motivi di sicurezza stradale, in aree protette e in città. "Gli abbattimenti di fauna selvatica sono possibili anche per motivi di sicurezza stradale, in aree protette e in città. Inoltre gli animali, se superano le analisi igienico sanitarie, possono essere destinati al consumo alimentare", si legge nell'emendamento. La proposta include l'adozione di un piano straordinario quinquiennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica attuabile quindi "mediante abbattimento e cattura". Il contenimento è attuato anche nelle zone vietate alla caccia, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. Infine, la materia della fauna selvatica è tornata di competenza al ministero dell'agricoltura. «Ora è giunto il momento di mettere mano con la massima urgenza alla grave situazione – ha concluso Antonucci – L'invito è "a fare presto", prima che possano verificarsi ulteriori gravi incidenti».