Cristian Terilli fu la prima vittima sul lavoro del 2020. Il ventinovenne di Pignataro Interamna lasciò a casa moglie e figli nei primi giorni dell'anno per recarsi ad Atessa e non tornò: investito da un elevatore nel reparto lastratura, non sopravvisse alle ferite, risultate fatali. La scorsa settimana il gup di Lanciano, Giovanni Nappi, ha deciso per tre rinvii a giudizio: ha concesso un abbreviato che si celebrerà il prossimo 23 maggio per Renato Di Carlo di Cassino, difeso dall'avvocato Giancarlo Visone. Mentre il processo si aprirà il 19 settembre prossimo per Pietro Ottavis di Casale Monferrato e per Giancarlo Torrice di Cassino, rappresentati dagli avvocati Giovannandrea Anfora e Sandro Salera.

Di Carlo e Torrice sono i rappresentanti dell'azienda in subappalto per la quale Cristian lavorava, eseguendo dei lavori di manutenzione straordinaria nella Sevel, su incarico della Comau di Torino. Ottavis è il rappresentante di quest'ultima. Tutti accusati di omicidio colposo. Invece per i vertici della Sevel, lo ricordiamo, la posizione era stata già archiviata durante le indagini preliminari: complesse le attività di verifica e accertamento disposte dalla procura abruzzese, affidate ai militari coordinati dal tenente Federico Ciancio, chiamati a ricostruire gli ultimi istanti di vita del ventinovenne. Sei gli indagati iscritti in prima battuta, la metà dei quali sono stati estromessi già in fase d'indagine preliminare.

Forte la commozione della comunità di Pignataro, che non dimentica: la partecipazione ai funerali, avvenuti alcuni giorni dopo (per consentire l'esecuzione dell'autopsia) fu straordinaria. Dal Cassinate all'Abruzzo la linea fu soltanto una: più manutenzione e più controlli. E, soprattutto, azioni concrete in favore dei lavoratori, tra incontri sindacali e tavoli istituzionali. E fiaccolate.