Vertenza Reno De Medici, la riapertura appare sempre più lontana ai trecento lavoratori del Cassinate. Se, infatti, da un lato le sigle sindacali tengono il dialogo aperto e cercano nuovi incontri, dall'altro si inizia a profilare la possibilità di restare a casa almeno fino a dopo l'Epifania. Una possibilità - ancora non confermata - che appare sempre più concreta dopo gli ultimi incontri e i passaggi fatti. Compresa la diffida della Regione Lazio.

La diffida e le richieste
Nei giorni scorsi la Regione Lazio ha diffidato la cartiera di Villa Santa Lucia per «la gravità delle violazioni accertate ovvero il pericolo di danno ambientale». Prescrivendo di «ottemperare a quanto disposto in un tempo massimo di 30 giorni, in quanto i rilievi mossi da Arpa Lazio durante lo svolgimento delle verifiche d'ufficio dimostrano inottemperanze alle prescrizioni autorizzative, eludendo inoltre l'obbligo di comunicazione dei superamenti sia in merito alle emissioni in atmosfera che allo scarico». E poche ore dopo aveva avuto luogo un tavolo tecnico tra Comune, AeA, Acea e Cosilam per esaminare i complessi aspetti tecnici della problematica legata al depuratore. Sentiti i pareri di tutti, è stato poi stabilito di tenere un sopralluogo giovedì prossimo «per proseguire e programmare gli interventi necessari alla rete dell'impianto di sollevamento alfine di arrivare a una soluzione definitiva» avevano spiegato a margine dell'incontro.

La posizione dell'azienda
Intanto l'azienda, come riportato ieri da Adnkronos, avrebbe espresso sconcerto per la determina della Regione. E si sarebbe anche smarcata dall'accusa che collega lo stabilimento direttamente all'inquinamento di rio Pioppeto. «In relazione alla vicenda del depuratore ex Cosilam, attualmente gestito da AeA, fonti vicine all'azienda - si legge nell'agenzia - fanno sapere che attualmente non sussiste alcuna connessione fra la propria attività e l'inquinamento ambientale imputato allo sversamento dei reflui nel rio Pioppeto da parte del depuratore consortile. La determina del 22 novembre della Regione Lazio e l'utilizzo di alcuni suoi passaggi in un comunicato stampa ufficiale del Comune di Cassino avrebbero infatti provocato non poco sconcerto oltre che tra il management, anche tra i dipendenti del gruppo». Il gruppo lavora da mesi al cronoprogramma per garantire la ripartenza della cartiera e «ha sempre ribadito la legalità delle proprie attività, avvenute nel rispetto delle prescrizioni Aia e dei contratti stipulati con la società che gestisce l'impianto di depurazione» fanno sapere sempre le stesse fonti riprese da Adnkronos.

Chiesto un nuovo incontro
I lavoratori si dicono molto preoccupati per l'ennesimo possibile slittamento della data di ripartenza dello stabilimento, fermo da agosto. E in relazione anche alle ultime novità che comunque lascerebbero intendere tempi più lunghi per ritornare in fabbrica. I sindacati, intanto, hanno chiesto un nuovo incontro, questa volta all'assessore Valeriani e al direttore del settore Ambiente della Regione, Consoli. Lo stesso che ha firmato la diffida dello scorso 22 novembre, con la quale di fatto tutti i passi fatti fino a questo punto si sono irrigiditi. Proprio in tal senso l'azienda starebbe valutando anche un ricorso al Tar per chiedere l'annullamento della delibera.