La gestione del centro anziani nel mirino di Manuela Cerqua. Una vicenda nella quale la consigliera di minoranza vuole vederci chiaro. Parla di «situazioni illegittime», denunciando ritardi e sospettando favoritismi. «A marzo in Consiglio approvammo di gran fretta il nuovo regolamento del centro anziani - ricorda la Cerqua - L'atto presupponeva di procedere nell'immediato, pena scadenze ed esclusioni da vari finanziamenti, all'affidamento del centro ad una associazione di promozione sociale che avesse i requisiti imposti dalla Regione Lazio. Ravvisando situazioni illegittime, ho fatto varie sollecitazioni, tra le quali un'interrogazione consiliare.

Dopo le rassicurazioni e la nomina del nuovo commissario, il consigliere Baratta, abbiamo atteso altri tre mesi la pubblicazione dell'avviso per individuare un'associazione interessata alla gestione. Finalmente, il 23 ottobre l'avviso. Poi più nulla, e siamo ormai a Natale. Ma, soprattutto siamo arrivati a perdere 8.000 euro già concessi da LazioCrea e disponibili fino al 31 dicembre, termine fissato per lo svolgimento delle attività previste dal progetto. Nominata il 23 novembre la commissione per l'affidamento in gestione del centro anziani, aspettiamo l'apertura delle tre buste arrivate».
Quindi la consigliera Cerqua affonda il colpo: «L'avviso non prevedeva tra i requisiti l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore.

Forse perché è risaputo che una delle associazioni in gara non ne sia in possesso, anche se previsto dal codice dei contratti pubblici? La stessa associazione non è solo omonima del centro, ma ha sede proprio lì e l'ultimo bilancio del centro commissariato sembra intestato proprio ad essa. Situazione anomala che il 16 novembre mi ha spinto a inviare una pec in Comune per chiedere di verificare l'assenza di elementi di inopportunità oltre che di irregolarità. Ricordo che i requisiti vanno posseduti alla data di scadenza dell'avviso, che l'indicazione della sede è registrata alla Camera di commercio con relativa data di iscrizione e che in questi casi "insanabili" la legge non prevede di invocare il soccorso istruttorio».