Tra i due i rapporti non erano idilliaci. Il primo screzio mentre i figli giocavano nel cortile della palazzina, con una "pallonata" di troppo che aveva acceso gli animi. Poi altre discussioni anche per questioni condominiali, fino ad arrivare a un vero e proprio pestaggio, avvenuto in ascensore. Lui, M.L, un professore di una università di Roma, è finito a processo per lesioni volontarie gravissime nei confronti del vicino, un dirigente aziendale di 55 anni.
Ieri la sentenza di condanna per il docente. Inflitti tre anni e un mese di reclusione. Era accusato anche dell'aggressione alla moglie del dirigente. Anche quest'ultimo era finito a giudizio per lesioni, denunciato dal professore, ma è stato assolto dall'accusa. I fatti contestati risalgono a cinque anni fa.
La ricostruzione
Da anni i loro rapporti erano tutt'altro che sereni. Fino a quando, stando alle accuse, una mattina del mese di maggio di cinque anni fa, alle 5.30, nella palazzina dove abitano sono dovuti intervenire gli operatori del 118 con tre ambulanze, le forze dell'ordine e anche la polizia scientifica. Il dirigente era in ascensore con il volto ricoperto di sangue. Sangue che era finito anche sullo specchio dell'ascensore e in ogni angolo. Stando alle accuse il professore avrebbe atteso al piano terra l'arrivo del dirigente. Quando si è aperto l'ascensore, il dirigente si sarebbe trovato davanti il docente che lo avrebbe colpito con pugni, facendogli perdere anche i sensi. Colpito nell'ascensore. La moglie del cinquantacinquenne, avendo avvertito il trambusto è corsa al piano terra. Sarebbe stata aggredita anche lei dal professore e minacciata. Professore, invece, che si era difeso sostenendo di essere stato lui il primo ad essere aggredito. Sul posto, dunque, i soccorsi. Tutti e tre sono finiti in ospedale. Anche il sessantenne si è fatto refertare riportando una prognosi di 5 giorni. Ricoverato, invece, d'urgenza il dirigente con diverse fratture. Poi il trasferimento in un ospedale romano dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la ricostruzione parziale della mandibola e di uno zigomo. Sul luogo dei fatti anche la polizia scientifica che aveva rilevato dei veri e propri spruzzi di sangue all'interno dell'ascensore. A processo sono finiti sia il professore, sia il vicino. Il primo per lesioni gravissime e l'aggressione alla moglie del dirigente, mentre quest'ultimo per lesioni al docente. Il cinquantacinquenne si è costituito parte civile nel processo tramite l'avvocato Nicola Ottaviani, il quale ha ricostruito, attraverso anche quanto rilevato dalla polizia scientifica riguardo la direzione del sangue rinvenuto in ascensore, che non si era trattato di un mero gocciolamento, ma di schizzi di sangue che avevano riguardato l'intera cabina. Ieri la sentenza di condanna a tre anni e un mese di reclusione per il professore. Condannato anche risarcimento dei danni in sede civile e a una provvisionale di 5.500 euro immediatamente esecutiva a favore del dirigente che ha dovuto subire anche un importante intervento chirurgico. Il medico legale, indicato dalla parte civile, ha riferito circa il meccanismo lesivo provocato dalle fratture per cui il dirigente era stato costretto ad essere sottoposto a un intervento parziale di ricostruzione della mandibola e di uno zigomo. Assolto, invece, il dirigente. Riconosciuto il tentativo di legittima difesa. Il pm aveva chiesto la condanna per il docente a due anni, mentre per il dirigente a otto mesi.